(di Vito Faenza dal Corriere del Mezzogiorno del 13 settembre 2006)
CASERTA — I telai del ' 700 restaurati sono il « pezzo forte » del « San Leucio, textile art innovation » la manifestazione bussines to bussines che intende proporre sui mercati internazionali le sete prodotte nel borgo ferdinandeo.
Non si tratta di conquistare nuovi mercati, ma di estendere la base di richiesta dei mercati nei quali già operano le industrie leuciane. Le sete di San Leucio sono un prodotto che si rivolge a un mercato alto e quindi anche la « conquista » di nuovi acquirenti non può essere inspirata a una strategia geografica.
È questo lo spirito del progetto che intende coniugare l'arte con gli affari e quindi non è un caso che il via oggi pomeriggio alle 14 avvenga non solo con un tradizionalissimo cocktail di benvenuto, ma anche con la presentazione del restauro dei telai che fino a un secolo fa erano i protagonisti della produzione delle seterie.
Ieri è stata una frenetica giornata per il responsabile della comunicazione, Antonio Arricale, alle prese non solo con gli accrediti di decine di giornalisti ai quali si sono anche aggiunti venti stranieri provenienti, tra l'altro dal Giappone e dalla Cina, tra cui Katya Inzoli redattore di « Casa International China » , Junko Nakade, redattore di « WWD Japan » ( Woman's Wear Daily) quotidiano Usa edito in giapponese da Japan Fashione & Business, AnnMarie Marano, redattore di « Fabrics & Furnishings International » , Francis van de Walle, redattore di « Le Courrier du Meuble et de l'Habitat » , Emilia Watanabe, redattore di « Fashion Tsushin e Fashion News Tv Network » , ma an che per predisporre la comunicazione della serie di eventi che saranno proposti fino a mercoledì.
Non meno impegnato Gustavo de Negri, il presidente del settore tessile di Confindustria Caserta, che è anche il titolare dell'azienda che per ultima ha abbandonato la sede del Belvedere per cercare di coordinare la presenza delle circa 50 imprese che fanno parte del comparto ( più della metà hanno aderito all'iniziativa).
L'evento promosso da Confindustria Caserta, però, rientra nell'ambito di un più articolato progetto di internazionalizzazione delle imprese del settore. Non a caso, lo slogan che caratterizza l'intera manifestazione, è « where art meets busi ness » ( dove l'arte incontra gli affari), come dire, che la manifestazione non intende esaurirsi in un semplice evento fieristico. « Insomma, non è certamente un caso se la tre giorni si svolge al Belvedere di San Leucio — sottolinea il presidente di Confindustria Caserta Carlo Cicala, che tra l'altro rappresenta la quinta generazione di imprenditori del settore — in quel complesso nato appunto come Colonia Serica, nel 1789, l'anno della rivoluzione francese, per volontà di Ferdinando IV di Borbone » .
Oggi dopo la visita al percorso museale antico e moderno saranno aperti gli stand per la prima giornata di business meeting mentre nella sala delle conferenze sa ranno presentati il progetto Elmi e l'evento « San Leucio Textile Art Innovation » . Subito dopo il taglio del nastro della mostra dei telai il momento più emozionante: saranno messi in funzione gli antichi telai.
Domani la giornata sarà dedicata agli affari, anche se, a partire dalle 10 i telai antichi saranno comunque in funzione. Venerdì la conclusione della manifestazione alle 15.
Un evento che, al di là della produzione delle pregiate stoffe, richiama suggestioni antiche e utopiche come quella di Ferdinando IV che diede a San Leucio una costituzione proprio nell'anno della rivolta contro l'assolutismo a Parigi. E assieme all'utopia, alla storia, anche le tradizioni, il lavoro, innovazione e tecnologia.
Con riferimento alla produzione, è appena il caso di dire, che quella serica di San Leucio, seppure di nicchia, già oggi rappresenta un punto di riferimento per la fascia alta del mercato dell'arredamento per interni ( ville, palazzi, ambasciate, grandi alberghi, navi di lusso, per tendaggi, tappezzerie, rivestimenti, servizi da tavola e complementi d'arredo, oltre naturalmente che per l'abbigliamento) oltre che in Europa, in Usa, in Giappone, anche nell'area Mediorientale e, in particolare, del mondo arabo. Mercati che vanno consolidati e ai quali — e questo è anche lo scopo dell'evento fieristico — si spera di aggiungerne nuovi e interessanti, come quelli per esempio del Sudamerica e, perché no, della Cina.
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