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SETTEMBRE AL BORGO: VENDITTI A CASA DI ZINZI PER LA PARTITA, POI IN SCENA


Caserta - Lui arriva nel primissimo pomeriggio, un rapido sound-check, poi sparisce tra le pieghe del borgo. Antonello Venditti – attesissimo protagonista di questa edizione del festival – si rifugia a casa dell’onorevole Domenico Zinzi per un rito sacro: la partita della Roma nella prima giornata di campionato. Settembre al Borgo “invade” con i suoi ospiti un’abitazione del centro medioevale, confermandosi una manifestazione senza barriere né copioni. All’Olimpico i Giallorossi battono il Livorno 2 a 0, così Venditti è bello carico (nonostante il rigore mancato di Francesco Totti) quando sale sul palco con i suoi compagni d’avventura. Da sinistra: Federico Moccia, scrittore; Fabrizio Zampa, giornalista; e lui, cantautore, per la prima volta in un’esibizione che non è un concerto e non ha altra definizione. Un’esibizione – che come tante altre proposte quest’anno – è un unicum che segna l’identità del festival: non un’infilata casuale di spettacoli, ma una serie di performance ragionate, in cui grandi artisti si sono messi in gioco, in una formula sperimentale che mira a uscire dalle convenzioni. Certo, i due pianoforti al centro della scena (tra l’altro bellissimi, uno bianco e l’altro nero) fanno presagire che Venditti canterà, ma non c’è scaletta e i brani scaturiscono spontanei dai racconti di vita (diversi nel tempo e nelle esperienze) dei tre insoliti protagonisti della serata. Si parla d’amore. Il trio si racconta, si becca, si lascia andare a battute esilaranti che svelano – com’era nell’obiettivo – volti del tutto inediti. Venditti racconta di Claudia, ragazza cantata in Notte prima degli esami, dolce ricordo della prima volta, poi si siede al pianoforte e canta. Il brano, eseguito nella versione tradizionale senza alcun arrangiamento superfluo, è la quadratura del cerchio della sua narrazione. Moccia legge alcuni brani del suo Tre metri sopra il cielo, caso editoriale del 2004, che sono il la per svelare la sua vita, ma mai i veri nomi dei protagonisti del romanzo. Dopo la notizia, diffusa da una nota agenzia di stampa, secondo la quale il famoso Step del libro sarebbe il romano Stefano Pecci, lui non conferma né smentisce: “Conosco Stefano, ma ci sono e ci sono stati tanti Step in giro per Roma”. Insomma, nelle esperienze raccontate dallo scrittore, come nelle parole cantate da Venditti, ognuno può trovare un frammento del proprio vissuto. “Nessuno scontro generazionale stasera”, incalza Zampa, abile direttore d’orchestra, insospettabile (almeno per i più che non ricordano la sua militanza nei mitici Flippers) mostro da palcoscenico, ironico e scanzonato. Venditti e Moccia, dunque, che sul cartellone potevano sembrare due universi distanti, non sono poi così lontani. Anche se ci sono esperienze dell’uno che l’altro non può aver vissuto. Quando era giovane Venditti, per esempio, droga significava eroina e Moccia non può ricordare lo strazio di un amico con i buchi sul braccio. Allora interviene Lilly a spiegarlo, canzone poco battuta nei concerti ma, in questo contesto, colonna sonora ideale. Venditti, sempre opportunamente, infila una decina dei suoi successi: da Sotto il segno dei pesci a Sara, “Scritta quando la pillola anticoncezionale ancora non c’era”, inciampa e casca sul palco, ma lo spettacolo non s’incaglia mai: un esperimento che convince e che riempie il teatro della Torre. Applausi (tra il pubblico c’è anche un entusiasta Massimo Lopez), mentre partono le note di Che fantastica storia è la vita: gran finale ma, soprattutto, metafora. La vita è talmente fantastica (e fantasiosa) da proporre in un'unica sera un inedito trio. Da sinistra: Federico; Fabrizio; Antonello. Settembre al Borgo non è solo il teatro della Torre. Ieri, ultima serata della rassegna Vicolo Corto che, nella suggestiva chiesa dell’Annunziata, per sei giorni consecutivi, ha proposto una rassegna di cortometraggi d’autore. Entusiasti gli spettatori per quella che è stata definita la Lunga notte dei corti: ieri programmazione no-stop fino alle due di notte. Piena di spettatori anche piazza Vescovado, dove i Quetzalcoatl - trainati da un amico del festival, Giovanni del Circus Barnum – hanno letteralmente travolto il pubblico, in piedi per una standing ovation meritatissima. I battiti circensi del gruppo messicano infatti incantano e stasera si replica. (10 settembre 2006-16:03)

 
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