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SETTEMBRE AL BORGO: INCANTA IL JAZZ DI FILIPPINI, ZINZI IN PRIMA FILA


Applausi per la Banda Osiris, amica di lungo corso di Settembre al borgo. Il teatro della Torre non è stracolmo (come invece sarà questa sera per l’attesissimo appuntamento con Sabina Guzzanti), ma l’aria che si respira tutt’intorno sa di Festival. La rassegna non si esaurisce nei luoghi deputati ufficialmente agli spettacoli, ma in ogni angolo del borgo – fino a notte fonda – si discute del programma, degli artisti, del tema principe di questa rassegna: la libertà. Gli organizzatori vincono la sfida: non solo far divertire il pubblico, ma farlo soprattutto riflettere. Allora, a mezzanotte inoltrata, si vedono in piazza capannelli di gente intenta a raccontarsi e a raccontare la propria idea (o il proprio sogno di libertà); a commentare piacevolmente sorpresa l’ingresso, per la prima volta, delle note jazz nella chiesa di Casertavecchia. In Duomo ha appena finito di suonare Claudio Filippini. Enfant prodige del jazz italiano (ha solo 23 anni), con il suo omaggio a Sergio Endrigo, ha tenuto il pubblico incollato alle panche con un successo inaspettato. Il jazz è ancora visto come un genere elitario, ma Settembre al borgo testimonia che può raggiungere tutti: “ E’ una musica per tutti perché il repertorio non conta, quello che è importante è ciò che si riesce a comunicare”, spiega Filippini. E lo conferma Stefano Bollani, ospite nelle passate edizioni del festival, presente a modo suo anche quest’anno. Il famoso musicista, collaboratore di grandi del jazz come Pat Metheny, telefona infatti a Filippini per l’in bocca al lupo. Anche se non ce ne sarebbe bisogno. La capacità di comunicazione di Filippini è sorprendente: il giovane pescarese conquista subito i suoi spettatori, creando un’atmosfera intima e riuscendo a coinvolgere tutti i presenti in un gioco musicale che segna la fine del concerto e un’altra vittoria della manifestazione, quella di abbattere le barriere tra artisti e pubblico. Quella di Settembre al borgo è un’unica grande famiglia. Settembre al borgo sono anche le mamme che, fino a tardi, sfilano nei vicoli con i passeggini. Sono tutte le persone, che sin dalla mattina, nonostante sia un giorno infrasettimanale, riempiono le strade alla scoperta di angoli nuovi e dei prodotti tipici della zona attraverso un percorso che si snoda tra gli stand degli artigiani locali. Questo è il festival della gente, come sottolinea anche l’onorevole Domenico Zinzi, presente in prima fila allo spettacolo della Banda Osiris: “Il borgo conta molto su questa rassegna perché, negli anni, ha dato risalto a Casertavecchia e ha le potenzialità per farlo sempre di più. Quando accorre gente – come ieri sera in piazza – vuol dire che c’è un grande interesse”. Zinzi dà poi un consiglio: “Soprattutto nella serata inaugurale, che è un po’ il biglietto da visita, dovrebbero essere tutti presenti. Autorità in primis: nelle cose bisogna crederci fino in fondo”. Il pubblico ci crede e lascia entusiasta il suo pensiero di libertà sul registro che fa da diario spontaneo al Festival. Le prime parole sono di don Pietro: “La libertà è fare del bene” (2 settembre 2006-15:37)

 
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