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CAMORRA: CONFISCA DA 4 MILIONI DI EURO, TRA BENI FARMACIA DI CASERTA


Quattro milioni di euro di beni sequestrati al clan dei casalesi, tra cui attività e società già oggetto di sequestro in passato. Tra i beni confiscati ci sono soldi, ma anche il 50% di una farmacia e un autosalone. Beni risultati di proprietà di esponenti di spicco del clan dei Casalesi: Francesco Schiavone, il leader del clan noto come "Sandokan", ed il cugino, Saverio Paolo Schiavone, ritenuto il "cassiere" dell'organizzazione nell'ambito delle truffe a danno all'Aima (Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo). Ad eseguire i decreti di confisca, emessi dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è stato il Centro Operativo della Dia di Napoli. A "Sandokan", in carcere, dopo una lunga latitanza, dal luglio del 1998, ritenuto indiscusso leader del clan camorristico operante nel Casertano, destinatario di numerose condanne e proposte per l'applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, sono stati confiscati beni per un valore di circa 210mila euro. Nel dettaglio, 5mila euro in contanti e il capitale sociale e compendio aziendale della "Auto F1 Sas" di Giancarlo Corvino & Company, comprensivo dell'autosalone Trident Motor Group, a Casal di Principe. Beni per un valore presunto di circa 4milioni di euro sono stati, invece, confiscati a Saverio Paolo Schiavone. Nel dettaglio: il 50% di un immobile sito nella zona centrale della città di Caserta; il 50% della "Farmacia del sole" e la confisca del diritto di credito a partecipare agli utili prodotti dalla gestione. Quanto confiscato a Saverio Paolo Schiavone, era stato acquistato anche con i soldi ricavati dalle truffe condotte ai danni dell'Aima, di cui proprio il cugino di Sandokan, secondo la ricostruzione degli inquirenti, era cassiere, già dal 1991, e coordinatore. Sarebbe stato lui a coordinare ed organizzare la complessiva attività attraverso la falsificazione della documentazione relativa a fittizi conferimenti di prodotti agricoli e l'illecita percezione dei contributi comunitari per la distruzione e trasformazione dei prodotti ortofrutticoli nella provincia di Caserta. Soldi successivamente reinvestiti, unitamente ai proventi di altre attività illecite, in attività commerciali tra le quali anche quelle oggetto della confisca eseguita oggi. (22 giugno 2006-12:45)

 
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