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CASA, TASSA ICI: A CASERTA L'AUMENTO E' DELL 1,50 PER CENTO


Le famiglie italiane pagheranno nel 2006, mediamente 142,07 euro ai Comuni per l'Ici sulla prima casa. E la prima 'tranche' andrà versata entro la fine del mese con l'acconto. Ma esistono situazioni molto differenti sul territorio con città, ad esempio come Bologna, dove si dovranno pagare in media poco meno di 500 euro fino ad arrivare a Lecce dove basteranno meno di 20 euro. E' quanto emerge da una indagine della Uil, Servizio Politiche Territoriali, che ha elaborato il costo dell'Imposta Comunale sugli Immobili in 104 Città Capoluogo di Provincia. La Uil chiede una revisione dell'imposta perché eventuali aumenti finirebbero inevitabilmente per pesare sulle fasce più deboli del paese. "L'indagine ha preso a campione - spiega Guglielmo Loy segretario confederale della Uil - il costo annuo dell'imposta riferita alla media di un appartamento di 80 metri quadri, categoria A/2 (abitazione civile) ed A/3 (abitazione economica e popolare) che è il taglio medio delle città Capoluogo, analizzandone le rendite catastali rapportate a 5-6 vani e siti in zona censuaria semiperiferica. Infatti il 47% degli appartamenti è compreso tra i 60 e i 90 metri quadri e ci vive il 45% della popolazione Italiana. In un paradosso tutto italiano per cui questi immobili (il 59% sono stati costruiti prima del 1971) hanno una rendita catastale molto più alta di quelli siti nei centri storici e considerati di pregio, ma con rendite attribuite moltissimi anni fa. L'Ici rappresenta la più grande fonte di finanziamento dei Comuni e rappresenta, mediamente, il 46% delle entrate tributarie locali. Su molte città gli oneri di questo tributo, che agli italiani è sempre stato antipatico, si sono appesantiti da un anno all'altro, nonostante che nelle ultime campagne elettorali si è a lungo dibattuto della sua abolizione, almeno per quanto riguarda l'abitazione principale. Nel 2006 6 città hanno aumentato l'aliquota per la prima casa (Genova +0,2 per mille; Ascoli +0,45; Pesaro +1,20; Arezzo +0,10; Caserta +1,50; Catania +1,10;), mentre 9 città hanno aumentato l'aliquota ordinaria, a fronte di 4 città che hanno diminuito l'aliquota per l'abitazione principale (Sondrio, Alessandria, Lecce e Potenza). L'aliquota media applicata quest'anno per l'abitazione principale è del 5,10 per mille, mentre l'aliquota ordinaria è del 6,66 per mille; erano rispettivamente nel 2005 al 5,07 per mille e 6,60 per mille. Le nostre stime - commenta Loy - indicano un gettito totale per i Comuni per il 2006 di 11 miliardi di euro di cui la metà vengono pagati con l'acconto del prossimo 30 giugno. Per quanto riguarda il gettito per l'Ici sulla prima casa i Comuni incasseranno circa 3,9 miliardi di euro equivalenti a più di un terzo dell'intero gettito (36%)". La Uil "non è contro la rivalutazione delle rendite catastali, perché da sempre favorevole all'equità sociale, ad una buona politica contro l'evasione fiscale e, soprattutto contro le speculazioni finanziarie e immobiliari. Ma tutto ciò non deve incidere sulle tasche dei cittadini che, dopo anni di sacrifici riescono a comperarsi una casa. Ulteriori aumenti della pressione fiscale a livello locale sono intollerabili per i bilanci familiari, specie dei lavoratori dipendenti e pensionati i cui redditi insufficienti sono la vera emergenza del Paese. Per questo chiediamo fin da oggi che sull'Ici si attui una politica di rimodulazione delle aliquote, aumentando le detrazioni sulla prima casa a favore del lavoratori dipendenti e pensionati monoreddito e con nuclei famigliari numerosi". (17 giugno 2006-20:28)

 
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