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CAMPANIA, MONNEZZA-CONNECTION: 68 CLAN GESTISCONO RIFIUTI PER 6 MILIARDI DI EURO


Un giro d'affari di circa 6 miliardi di euro gestito da 68 clan che hanno sversato sul territorio regionale dieci milioni di tonnellate di veleni negli ultimi due anni. Questi i dati di una "mattanza ambientale" denunciata da Legambiente nel rapporto ecomafia 2006. La Campania con 3.173 infrazioni accertate e oltre 1600 sequestri si conferma la prima regione d'Italia per quanto riguarda i fenomeni di illegalità ambientale. Per la prima volta, poi, Legambiente ha fotografato il fenomeno dell'abusivismo nei parchi nazionali: con 722 casi di illegalità accertati tra il parco nazionale del Vesuvio e quello del Cilento, la Campania guida anche questa speciale classifica. I dati sono stati resi noti dal presidente regionale di Legambiente Campania, Michele Buonomo, in una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche l'ex presidente della commissione rifiuti, Paolo Russo e l'assessore regionale all'urbanistica, Gabriella Cundari. Nel 2005, come dimostra un'indagine della direzione nazionale antimafia, attraverso l'incrocio dei dati della guardia di finanza e del comando dei carabinieri per la tutela ambientale, sono state 60 le discariche messe sotto sequestro e si registra un'attività intensa tra Qualiano, Villaricca e Giugliano. Molto attivo sul versante rifiuti il clan dei Casalesi in provincia di Caserta. "I 68 clan che operano in Campania - ha spiegato Buonomo - sono una vera e propria holding che ha una capicità di penetrazione nella vita politica e amministrativa di comuni senza pari. Un'economia parallela che sottrae risorse. La camorra è capace di imporre la propria forza all'imprenditoria sana della Regione, è la cattiva economia che scaccia quella buona, condannando la Campania a un ritardo non più sopportabile. L'emergenza rifiuti rappresenta un'opportunità ulteriore per i clan, fino a quando non chiuderemo in maniera virtuosa il ciclo dei rifiuti, puntando a una decisa riduzione della produzione e a uno smaltimento corretto della raccolta differenziata, ci sarà terreno fertile per la malavita". Parlando di abusivismo edilizio, Buonomo ha sottolineato che "in costiera amalfitana, nel corso del 2005, sono stati registrati 550 casi di abuso edilizio da parte del nucleo navale della guardia di finanza e dei carabinieri. Questo fenomeno è in crescita nel parco nazionale del Cilento e in Vallo di Diano". Rispetto all'abusivismo edilizio in Campania c'é un leggero decremento, perché è venuto meno l'effetto condono, anche se ci sono ancora circa 6000 abitazioni abusive che ci condannano ad essere la maglia nera delle Regioni italiane. Secondo il responsabile regionale di Legambiente, "ci sono alcuni aspetti positivi, come l'approvazione del piano cave e l'ordinanza della Regione Campania che commissaria diversi comuni per abbattere le costruzioni abusive". Critico con la gestione del commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti, l'onorevole Paolo Russo, che ha detto: "La Campania è oggetto di straordinaria condizione di criticità, fin quando non siamo in condizione di costruire un ciclo integrato di rifiuti, diventa difficile il controllo dei rifiuti speciali e la camorra in ogni emergenza si infila, lucrando e avvicinandosi pericolosamente allo Stato e alle Istituzioni. Le soluzioni ci sono, qui non si tratta di insolenza dei cittadini campani, si tratta di incapacità gestionale e politica", ha concluso l'esponente di Forza Italia. (15 giugno 2006-20:55)

 
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