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S.MARIA C.V. (CASERTA): CONSIGLIO COMUNALE SU MUTUO DA 6,6 MLN


Santa Maria Capua Vetere (Caserta) - (E.D.P.) - Consiglio comunale straordinario convocato per domani 25 maggio per discutere del mutu da 6 milioni e 600 mila euro contratto dall'amministrazione comunale.

Spettacoli e cultura: appuntamento di sabato 27

Il connubio tra architettura, musica e tradizione contadina è alla base di questo evento che si svolgerà a fine maggio per le strade,le piazze ed i cortili del quartiere Sant’Andrea di Santa Maria Capua Vetere, nell’ambito della manifestazione Fiume di Eventi, patrocinata dalla Provincia di Caserta; l’intento è quello di fare cultura partendo dal territorio, per riqualificarlo e valorizzarlo caratterizzandone sempre più l’identità. La manifestazione, organizzata dal Comune di S. Maria Capua Vetere (Assessorato alla Cultura e Assessorato alle Periferiferie), in collaborazione con l’Associazione Agorà, vede come protagonisti alcuni cortili rurali che, aperti al pubblico per l’intera giornata, ospiteranno mostre di attrezzi e strumenti del lavoro contadino, concerti di tammorre, mostre di tammorre, e nella piazza di S. Andrea dei Lagni, uno schermo dove saranno proiettati due video inerenti ai temi trattati, il primo di Augusto Ferraiolo, docente di antropologia all’Università di Boston, che documenta un concerto di tammorre di Marcello Colasurdo in Svezia, l’altro di Rino Della Corte direttore artistico del Mitreo Film Festival, che documenta l’antico modo di lavorare la canapa tramite testimonianze raccolte dall’Istituto Luce. Programma della Manifestazione: Sabato 27 maggio: Ore10,00-13,00: Visite guidate degli alunni delle Scuole Medie di Santa Maria Capua Vetere, agli attrezzi agricoli, ai cortili rurali, alla mostra di circa 250 tamburi a cornice da tutto il mondo; inoltre i ragazzi assisteranno in diretta all’antico modo di fare la canapa, grazie ad una donna del luogo che riproporrà la tessitura, rappresentandone la memoria storica.Ore 19,00: Concerti di musica etnica e popolare nei cortili, Mostra di strumenti agricoli. Inaugurazione mostra tamburi a cornice, Filatura della canapa. Ore 21,00, Proiezione di video in piazza, “The Tammorra displaced” di Augusto Ferraiuolo e Paolo Favero e “Le immagini ritrovate” di Rino Della Corte prodotto da MItreoFilmFestival. Ore 22,00, Marcello Colasurdo e il sul gruppo: canti e danze popolari. Degustazione di vini e prodotti tipici locali I Gruppi e artisti di musica popolare che parteciperanno sono Corepolis, Taranterrae, Piccolo Dilemma (con Andrea Russo), Francesco Manna. Prevista anche la partecipazione di Antonio Esposito (Tonino 'u stocco) e concerto finale della paranza di Marcello Colasurdo. La mostra dei tamburi a cornice sarà curata da Francesco Manna e da Gerardo Masciandaro La manifestazione che è alla sua II edizione dà rilievo così ad un elemento architettonico tipico del territorio, le corti appunto, e si pone come obiettivo uno studio che partendo dai cortili ottocenteschi del centro (anno 2005), si estende quest’ anno alla periferia ed in particolare ai cortili rurali, divenendo appuntamento annuale. Tali studi sono oggetto di un volume sviluppato proprio sul tema della corte, che sarà pubblicato in seguito.

Spettacoli e cultura: appuntamento di domenica 28

Il Gruppo Archeologico Casertano “F. S. Gualtieri”, ha avuto il permesso per aprire la fornace etrusca che si trova tra i comuni di San Prisco e S. Maria, nella zona dove si svolge attualmente il mercato di S. Maria di fronte il pub ''Gordon's". La visita si svolgerà la domenica 28 maggio con entrata gratuita. La fornace etrusca Il sito si trova presso l’Alveo Marotta, a nord-est dell’antica Capua, al confine tra i comuni di S.Maria C.V. e San Prisco. Negli anni’80, la zona fu interessata da scavi che portarono alla luce i resti di un abitato arcaico del 6° sec. a.C., disturbato da una necropoli sannita nel 4° sec. a.C. ed infine danneggiato dall’impianto di cave di pozzolana in epoca romana. La fornace si trova a nord dell’abitato e viene definita etrusca perché attiva nella fase di occupazione etrusca a Capua tra il 6° e il 5° sec. a.C. Presenta una forma rettangolare e misura 3,80x 30 m La camera di combustione è caratterizzata da un muro assiale che sorregge traverse di mattoni crudi rivestiti di fango, collegati tra loro in orizzontale da alcuni elementi cilindrici. Per l’impianto ricorda molto le fornaci arcaiche di Lavinio, Locri, Orvieto e Cerveteri. A nord della fornace c’è un sistema di canali a pareti svasate, tagliati nel terreno, di cui due sono orientati nord-sud e sono collegati ad un terzo orientato est-ovest, la cui funzione non è chiara, ma forse riconducibile alla fornace. Gli scarti di lavorazione rinvenuti all’interno dei canali proverebbero che essa era usata soprattutto per la cottura di tegoli piani. Tra i reperti ceramici rinvenuti ci sono vasi in bucchero, antefisse, colonnine e ceramica greca d’importazione che consente di datare l’abbandono della zona tra il 480-470 a.C., in seguito ad una nuova definizione dello spazio urbano al momento della costruzione della cinta muraria. La storia delle fornaci: Fin dalla preistoria, l’uomo ha capito che gli oggetti cotti ad alta temperatura diventavano duri, indeformabili e resistenti all’acqua. All’inizio i vasi ed altri manufatti erano cotti in semplici fosse scavate nel terreno all’aria aperta, ma era un processo che richiedeva molto tempo, così per necessità pratiche furono inventate le fornaci, strutture permanenti destinate essenzialmente alla cottura dei manufatti. Esse potevano avere una forma tonda o quadrata e due tipi di basi, orizzontale e verticale. Il tipo orrizontale, diffuso soprattutto in Oriente, era caratterizzato da una camera di combustione, contenente appunto il combustibile, seguita dalla camera di cottura e dalla canna fumaria. Il tipo verticale, usato più comunemente, era dotato della camera di combustione preceduta da un corridoi di accesso detto praefurnium e costruita sotto la camera di cottura, da cui era divisa da un piano con fori che consentivano il passaggio del calore. La parte alta della fornace poteva essere coperta da un tetto temporaneo che veniva distrutto alla fine della cottura per estrarre i manufatti oppure da un tetto permanente in mattoni. Le fornaci erano generalmente di proprietà comune ed erano usate da parecchi artigiani che generalmente stabilivano le loro officine nello stesso quartiere.(24 maggio 2006-18:50)

 
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