Napoli - A volte il sistema processuale che vede e pm-gip protagonisti di un fasciolo giudiziario è così fluido nel portare subito a giudizio un indagata e a volte, come raccontano le cronache di oggi sulla vicenda Bassolino-Losco, è la stessa accusa che chiede l'archiviazione. Decisione non gradita ad un gip che invece ritiene per gli indagati l'imputazione 'coatta' e che fa passare tutto davanti ad un altro giudice-gip (che potrebbe benissimo aderire alla richiesta dell'accusa di archiviare tutto. In questo caso, un procedimento aperto dall'allora procuratore capo Agostino Cordova.
La procura di Napoli ha formulato una richiesta di rinvio a giudizio per il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e altri 22 tra amministratori ed ex amministratori dell'ente, tra cui Andrea Losco, governatore tra il 1999 e il 2000. Il processo viene chiesto per abuso d'ufficio, in relazione all'inchiesta su presunte irregolarità nella concessione di incentivi ai dipendenti regionali. La richiesta - come scrivono oggi alcuni quotidiani - è stata firmata dal pm Francesco Soviero, come atto dovuto: lo stesso Soviero aveva infatti chiesto l'archiviazione per tutti gli indagati al termine dell'inchiesta, ma il gip Rosanna Saraceno si era opposta, disponendo l'imputazione coatta. Sarà ora un altro giudice dell'udienza preliminare a decidere se accogliere o meno la richiesta di processo. L'inchiesta fu aperta due anni fa dall'allora procuratore capo di Napoli, Agostino Cordova, per valutare la regolarità delle procedure seguite nella concessione degli incentivi ai dipendenti, avvenuta - secondo l'iniziale accusa - "a pioggia" e senza seguire criteri di merito. Il pm Soviero, al termine delle indagini, aveva proposto l'archiviazione ritenendo che nella condotta di Bassolino, dell'ex governatore Andrea Losco e degli altri indagati non si ravvisassero profili di reato, nell'assenza - tra l'altro - di una condotta tesa a favorire alcuni dipendenti invece di altri. (16 maggio 2006-14:55)