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IRAQ: CAPORALE DI S.MARIA C.V. ACCUSATO DI DISTRUZIONE DI COSE MILITARI

Lanciò per errore quattro fumogeni al fosforo che intossicarono alcuni soldati. Prosciolto dall'accusa di lesioni personali colpose, a giudizio per distruzione di cose mobili militari


Roma - Avrà uno strascico giudiziario la missione in Iraq di un militare italiano, il Caporal Maggiore A.D.A., 32 anni, di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dell’8° Reggimento Bersaglieri di stanza a Caserta, per il quale, a breve, si aprirà un processo per distruzione colposa di cose mobili militari. Il rinvio a giudizio – ed il proscioglimento per una diversa accusa di lesioni – è stato disposto l’altro giorno dal gup Antonio Lepore del tribunale militare di Roma nell’ambito di una inchiesta nata dopo l’accertamento di un errore commesso durante un’esercitazione avvenuta a Camp Mittica, a venti chilometri dal centro abitato di Nassiriya, sede del contingente italiano in Iraq. Al centro della vicenda giudiziario-militare, l’espulsione, avvenuta per errore, di quattro fumogeni partiti da un carro armato e caduti vicino ad alcuni militari rimasti intossicati da sostanze contenenti fosforo bianco e polvere di ottone. L’episodio, che risale all’aprile dello scorso anno, si verificò nell’ambito dell’Operazione Antica Babilonia (Task Force «Alfa»), durante il cosiddetto passaggio delle consegne, in particolare il passaggio amministrativo dei carri armati avvenuto nelle vicinanze dell’area di sosta dei mezzi cingolati a Camp Mittica, tra la Seconda Compagnia «Leoni» e la 132ma Compagnia «Montemurro» alla apparteneva il militare sammaritano. Quest’ultimo, capocarro subentrante, si trovava su un carro armato «Vcc 80» insieme ad un altro caporale in veste di capocarro cedente. Il militare sammaritano, come da prassi, durante la verifica del funzionamento del pannello di controllo occupava la posizione di «puntatore» mentre l’altro militare quella di «capocarro». Dopo lo scaricamento del munizionamento da parte del capocarro, avvenuto prima del controllo del funzionamento delle armi, il caporale sammaritano convinto che l’altro militare avesse provveduto a togliere i quattro fumogeni dal tubo di lancio, selezionò l’interuttore di avvio provocando la loro espulsione. I gas che intossicarono altri due militari, poi dimessi dall’ospedale dopo tre giorni dal ricovero con altri cinque di prognosi, determinarono l’accusa di lesioni che è caduta l’altro giorno davanti al gup nel corso dell’udenza preliminare. (5 maggio 2006-09:05)

 
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