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SAN TAMMARO (CASERTA): MANIFESTO DI PROTESTA DEI FEDELI CONTRO DECISIONI PARROCO


San Tammaro (Caserta) - La mancata sosta dei Santi Protettori in una piazza a pochi metri da una stradina chiamata vico del Rosario (dove in passato sarebbe apparsa la figura di Maria) e il conseguente invito-divieto del parroco ad assistere allo sparo dei fuochi artificiali per evitare l’interruzione della processione, non cessa di alimentare la rispettosa protesta di molti fedeli di un piccolo centro del Casertano i quali, per il secondo anno consecutivo, si sono visti negare alcuni momenti di preghiera e raccoglimento che da generazioni e, fino a pochi anni fa, caratterizzavano le celebrazioni religiose in paese. Accade a San Tammaro, piccolo centro alle porte di Capua, dove per i solenni festeggiamenti in onore dei Santi Protettori (la SS. Madonna della Libera e, appunto, San Tammaro) si sono di nuovo accese le polemiche per alcune decisioni prese dal parroco. I fedeli questa volta, però, hanno deciso di esternare con un manifesto le loro perplessità riguardanti le decisioni assunte di recente da don Felice Provvisto il quale, soltanto da qualche anno, ha deciso di cambiare le regole. Decisioni, quelle del religioso, riportate anche per iscritto nell’apposito programma di festeggiamenti e che lo scorso Lunedi in Albis hanno provocato nuovamente una vibrata reazione dei fedeli che si aspettavano quella tradizionale sosta della processione tra la piazza e vico del Rosario. E invece, nonostante l’impegno manifestato dal responsabile degli accollatori durante una riunione pre-festeggiamenti, quella sosta non c’è mai stata. Un veloce cambio delle squadre degli accollatori e poi la delusione tra i fedeli della zona. Il parroco parla di «rispetto delle norme ecclesiastiche, di raccoglimento necessario per non interrompere la pubblica preghiera e di schiaffi alla miseria riferendosi agli spari dei fuochi d’artificio». Ma i fedeli replicano: «La sosta dei Santi che ci viene negata, non rappresentava forse un ulteriore momento di preghiera?». E ancora: «E’ forse solo “l’omaggio” ai nostri Santi Protettori a sminuire la sacralità di questo rito religioso e non anche tutte le altre esteriorità che ne fanno da contorno come l’illuminazione, il concertino e gli addobbi? La consuetudine di fermare le Sacre Immagini in piazza IV Novembre, così come in qualsiasi altra strada del paese – scrivono ancora i fedeli – esprime il desiderio di riservare un’accoglienza festosa ai nostri Santi Patroni. E’ un rituale semplice, ma non banale, che appartiene alla nostra memoria, ai nostri ricordi». Nel manifesto firmato dalla famiglia Giovanni e Alessandro Leggiero, infine, l’augurio che si possa «scuotere la sensibilità dei tamamresi nel custodire gelosamente le proprie tradizioni culturali».(22 aprile 2006-09:20)

 
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