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CASERTA: TERRORISMO, DOCUMENTI FALSI E COVI. UNDICI ARRESTI


Il gip del tribunale di Napoli ha spiccato undici provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di cittadini italiani e algerini che hanno costituito una rete per il rilascio di documenti falsi che favorivano l'immigrazione clandestina, sia di lavoratori irregolari sia di elementi criminali o collegati a cellule terroristiche; cinque provvedimenti, di cui due per dipendenti di uffici pubblici, sono stati notificati nel Napoletano, altri due a soggetti detenuti, mentre uno solo dei quattro che dovevano essere eseguiti sul territorio francese e' andato a buon fine anche se la polizia d'Oltralpe ha eseguito altri fermi. Le accuse vanno dall'associazione per delinquere finalizzata al procacciamento di documenti falsi, al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina fino alla corruzione, contestata agli italiani, dipendenti del comune di Aversa, nel Casertano, che avrebbero ricevuto denaro in cambio di false iscrizioni nel registro dell'anagrafe, fino alla contestazione, per l'arrestato in Francia, di associazione per terrorismo internazionale. Il capo di questa organizzazione, sottolineano i pm Stefania Castaldi e Michele Del Prete che coordinano le indagini, e' Jamal Nehal, gia' in carcere a Milano dopo essere stato arrestato nell'ambito di un'indagine sulle cellule contigue a gruppi integralisti salafiti condotta dalla guardia di finanza meneghina. A Napoli, gia' in carcere anche lui, c'e' Larkhan Lefthi, arrestato un anno fa dalla Digos partenopea nell'ambito di un'inchiesta che porto' alla luce una stamperia di documenti falsi nel Napoletano. Gli altri tre algerini per i quali i magistrati italiani avevano chiesto alle autorita' francesi l'arresto sono riparati in Egitto e in patria. Secondo gli investigatori, l'organizzazione, oltre a procurare documenti falsi, da quelli di identita' a permessi di soggiorno, per soggetti che potevano anche essere contigui alla criminalita' organizzata del loro paese o vicini a persone aderenti a fazioni dell'integralismo islamico, procurava loro anche covi sicuri e basi logistiche quali quella a Napoli in via Poerio 33 o a Marsiglia gli hotel De France e Mistral; un'autobus, poi, due volte alla settimana faceva la spola tra Napoli e Marsiglia, porto frequentato da navi magrebine e zona franca, consentendo il transito senza controlli di persone dall'Africa. L'indagine, sottolineano i pm, si e' avvalsa di tecniche investigative pure, avvalorate da intercettazioni in particolare su un telefono-fax di un call center nel Napoletano. In particolare, si e' partito dal controllo su due persone gia' coinvolte in indagini contigue: Sialy Farid, il cui fratello e' stato arrestato e condannato in Gran Bretagna per una inchiesta sulle presunte infiltrazioni del terrorismo islamico in Europa, e Omar Kachimi, arrestato e condannato in Italia per un'inchiesta sulle stamperie di documenti falsi nel Napoletano. Sialy Farid, inoltre, ha rapporti anche con Yamine Bouhrama, algerino fermato e poi arrestato a Napoli insieme ad altre due persone finite in manette a Brescia nell'ambito di una inchiesta della procura napoletana condotta dai Ros su una presunta cellula terroristica collegata al gruppo salafita per la predicazione e il combattimento; ma anche con due degli arrestati di oggi; ed ha in passato aiutato a regolarizzare con documenti falsi la sua posizione presso la questura di Caserta ad un altro inquisito in Italia per terrorismo, Ahmed Yasser Yacne, condannato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di armi nel primo processo napoletano che si occupo' di cellule terroristiche algerine in Italia. Il fratello di Farid, inoltre, e' stato arrestato in Gran Bretagna proprio nell'ambito della inchiesta che ha portato in carcere anche il fratello di Yamine Bouhrama. Per questo, spiega il pm Del Prete, e' stata avviata una rogatoria internazionale con la Gran Bretagna. Yamine Bouhrama, sottolinea Del Prete, e' accusato in Italia di associazione a delinquere finalizzata all'eversione terroristica per presunti attentati chimici che la cellula di cui faceva parte si apprestava a compiere e nei giorni scorsi a tutti e tre gli arrestati a novembre sono stati notificati gli avvisi di chiusura delle indagini da parte della procura partenopea. Jamal Nehal, poi, cui e' stato notificato oggi in carcere il provvedimento di custodia cautelare napoletano, poiche' considerato capo della rete logistica scoperta a Napoli, e' gia' accusato dalla procura milanese di associazione a delinquere finalizzata finalizzata all'eversione terroristica per presunti attentati chimici. I documenti falsi, sottolineano i magistrati napoletani, avevano prezzi che andavano da 150 euro in su'. "Il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina - ricorda il procuratore aggiunto partenopeo Rosario Cantelmo, che nel 2000 diede vita al primo procedimento in Italia contro terroristi algerini - e' l'azione piu' diffusa nella zona d'ombra che consente a criminali extracomunitari, ma anche a fiancheggiatori del terrorismo, di arrivare in Europa e probabilmente gravita anche nell'orbita dei clan di camorra". Significativa, poi, sottolineano i pm Castaldi e Del Prete, e' stata la collaborazione tra autorita' giudiziarie e polizie italiane e francesi, che hanno consentito a questa indagine, partita un anno fa proprio con l'identificazione di una grossa stamperia di documenti falsi ad Aversa, di giungere ai risultati attuali, impostando una attivita' comune ed arrivando a provvedimenti cautelari e di fermo contemporanei nei rispettivi Paesi".(19 aprile 2006-13:11)

 
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