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GUERRA DEI PROFUMI: AZIENDA DI CASERTA LOTTA CONTRO COLOSSI E MULTINAZIONALI


L’interpretazione della legge sui marchi li vede impegnati, oramai, più nelle aule giudiziarie che nell’azienda di famiglia ma loro, imprenditori nel ramo dei profumi da circa venti anni, nonostante gli ostacoli (che loro definiscono persecuzioni giudiziarie) vanno comunque avanti incassando i dissequestri delle confenzioni di profumi che spesso vengono sigillate nei mercatini, empori e mercerie di quasi tutta la penisola. La vicenda assomiglia un po’ a quella dei farmaci generici: costano meno, offrono garanzie identiche rispetto ai prodotti di marca e contengono gli stessi principi attivi. Nella fattispecie, la famiglia Piscitelli, titolare di un’azienda con sede legale a Santa Maria a Vico e produzione e depositi tra Caserta e Avellino, commercializza profumi che riportano sull’etichetta sia i loro sette marchi regolarmente registrati (come Maestri Profumieri e Profumi e Profumi), sia il nome di un prodotto noto che riconduce alla fragranza: Giò di Armani (L’Oreal), Hypnotic (Dior) e altre essenze quasi tutte commercializzate da colossi d’Oltralpe i cui astucci arrivano a costare anche sette volte quelli «made in Caserta». Ma i Piscitelli, invitati a farsi da parte a colpi di sequestri, non si arrendono e continuano a combattere la guerra del «profumo dei poveri». Ora, insieme agli ingredienti e alle essenze descritte normalmente sull’astuccio della bottiglietta di profumo, i titolari di un’azienda casertana produttrice di fragranze, si sono visti costretti a riportare sulla confezione anche ben dieci sentenze emesse da vari tribunali d’Italia che affermano che quel prodotto non è un falso. Alcuni giorni fa hanno anche denunciato alla Procura sammaritana un’agenzia investigativa chiamata in giudizio dagli avversari dell’azienda di Santa Maria a Vico per portare elementi d’accusa che i legali della famiglia Piscitelli ritengono privi di fondamento.(21 marzo 2006-06:11)

 
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