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S. MARIA C.V., OMICIDIO DI MONACO: IL MISTERO DEL QUARTO UOMO

di Pina Bruno

(dal Corriere del Mezzogiorno del 22 febbraio 2006)


SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta) – Il mistero del quartoi uomo. « Dovevo sparare io...ta-ta-ta... Tu hai perso il cervello » . Sono le parole che Salvatore Busico ha rivolto a un uomo non ancora identificato, mentre erano insieme a bordo di una vettura l' 11 giugno dello scorso anno. Dichiarazioni raccolte dagli investigatori attraverso le intercettazioni ambientali e che indubbiamente provano la colpevolezza di Busico. Ma fanno riemergere una serie di interrogativi, perché in questa storia mancherebbe un quarto uomo. È la vicenda dell'omicidio di Enrico Di Monaco, ucciso ad appena 17 anni e del quale per giorni non è stato trovato il cadavere e del quale si è interessata anche la trasmissione « Chi lo ha visto? » . eri mattina Busico, agricoltore di Santa Maria Capua Vetere, 40 anni, è stato tratto in arresto dai poliziotti perché ritenuto responsabile, in concorso con due albanesi, Nderim Mullameti e Renato Ilnica, dell'omicidio. I due albanesi sono indagati in stato di libertà per gli stessi reati: Ilnica del resto, sottolineano gli inquirenti, risulta essere irreperibile dall'aprile del 2005. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Egle Pilla, su richiesta procuratore aggiunto, Paolo Albano e del sostituto, Donato Ceglie. Della giovane vittima si sono perse tracce nella notte tra il 24 e il 25 aprile del 2005, dopo una serata trascorsa con gli amici nella pizzeria dello zio Gaetano. Il 18 maggio, Enrico venne ritrovato cadavere a Santa Maria La Fossa, in una casa colonica ubicata in località Martella. La vicenda impressionò l'intera provincia, mentre il caso venne ripreso più volte dalla trasmissione Rai « Chi l'ha visto? » . Una settimana dopo la scomparsa di Enrico, Salvatore Busico finì in carcere perché ritenuto il presunto sequestratore di Enrico, ma una ventina di giorni il Tribunale del Riesame ne decise la scarcerazione per mancanza di gravi indizi di colpevolezza. L'unico dato certo, era che Enrico conosceva bene Salvatore Busico, tanto che dietro un suo preciso ordine, il giovane incendiò la vettura di un uomo col quale l'agricoltore aveva avuto un diverbio. Cinquanta euro, la ricompensa. Pochi, troppo pochi per Enrico, che così avrebbe comin ciato a minacciare Busico. Voleva altri soldi, altrimenti avrebbe parlato. Questo, secondo gli inquirenti, il movente di Busico che, per far fuori il 17enne, avrebbe goduto della complicità dei due albanesi. Nderim Mullameti e Renato Ilnica, infatti, lavoravano come braccianti alle dipendenze di Busico. E tutti, frequentavano il giovane nella piazzetta del Rione Sant'Andrea. Senza contare, poi, che Ilnica nel 2004 era finito in carcere dopo che minacciò di morte Di Monaco, al termine di una partita al biliardo giocata in un bar della città. Un fatto indiziante, questo, per gli inquirenti. Mullameti, invece, risulta essere indagato perché nei giorni prima e dopo la scomparsa contattatò diverse volte Busico. Gli inquirenti non conoscono il contenuto delle conversazioni, ma escludono che i due avessero parlato di lavoro, dal momento che quello nei campi era sospeso da tempo. Fin dal giorno della scomparsa, però, era chiaro a tutti che Enrico, dopo aver mangiato una pizza con gli amici, si era allontanato insieme a Busico a bordo dell'auto di quest'ultimo, all'una di notte circa. E la morte del giovane sarebbe avvenuta circa due ore dopo. Tra gli elementi indizianti più forti, il fatto che il casolare in cui fu rinvenuto il cadavere di Enrico, è di proprietà di un cugino di Salvatore Busico, Giuseppe, che lo stesso Busico aveva intenzione di prendere in affitto. Dopo che venne ritrovato il cadavere, Salvatore supplicò il cugino affinché non raccontasse a nessuno di questo suo interesse. Al momento dell'arresto eseguito ieri, Salvatore Busico non avrebbe avuto particolari reazioni. « Un atteggiamento più che passivo » , hanno riferito gli inquirenti.

 
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