Non la 'solita' attività di
contraffazione ma un vero e proprio sistema organizzato di
realizzazione del falso, con investimenti di capitali - oltre 2
milioni di euro dal 2002 al 2005 - e ben 15 immobili destinati a
fabbriche e depositi per lo stoccaggio dei prodotti falsi Prada,
Hogan e Tod's. Sono i numeri dell' operazione che ha portato
alla scoperta di due organizzazioni 'imprenditoriali' collegate
per la produzione, lo stoccaggio e la commercializzazione di
scarpe con noti marchi contraffatti.
Quattro le ordinanze di custodia cautelare in carcere e 6
agli arresti domiciliari eseguite all' alba dalla Guardia di
Finanza di Afragola in Campania e Toscana. 23 le perquisizioni
domiciliari - nelle due regioni ma anche in Lombardia -
disposte, con conseguente sequestro di denaro, conti correnti
con saldi attivi per migliaia di euro, documentazione relativa
all'attività dei sodalizi. Ad emettere i provvedimenti è stato
il gip Lucio Aschettino su richiesta del pm Valter Brunetti,
sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Napoli, sezione Criminalità economica. Le due organizzazioni,
articolate, avevano basi nell'area a nord di Napoli - e in
particolare a Casandrino, Afragola, Acerra, Qualiano, Grumo
Nevano e Marano - e nella provincia di Caserta, in particolare
nei comuni di Lusciano, Casaluce e Sant'Arpino. Tra gli opifici
sequestrati uno, a Casoria, nel Napoletano, funzionante con
macchinari e semilavorati per migliaia di pezzi.
Che non si trattasse di falsificatori sprovveduti lo dimostra
il fatto, appurato dall'indagine della Procura di Napoli, che le
due organizzazioni si avvalevano di tecnici esperti del settore
per la riproduzione di modelli e marchi del tutto simili a
quelli immessi sul mercato dalle case licenziatarie dei marchi.
Per questo gli accertamenti della polizia giudiziaria su origine
e natura del marchio sono stati condotti con il necessario
ausilio di periti e tecnici. Per la Procura, il volume della
produzione accertato e il complesso di beni necessari alla
realizzazione delle scarpe nella disponibilità delle
organizzazioni scoperte dalla Finanza lascia intendere che gli
opifici lavorassero senza sosta per l'immissione sull'intero
mercato nazionale di centinaia di migliaia di calzature.
Le indagini dei militari hanno minuziosamente ricostruito i
collegamenti tra i componenti delle due associazioni, accertato
l'entità dei capitali investiti nel settore per oltre 2 milioni
di euro, identificato 42 lavoratori in nero. Oltre ai 15
immobili sequestrati sono state scoperte 180.561 calzature di
marchi contraffatti, 304.249 accessori semilavorati e 210
macchinari utili alla produzione delle scarpe.
Tutti gli appartenenti all'organizzazione, pur avendo la
disponibilità reale di ingenti risorse finanziarie, sono
risultati formalmente privi di reddito. La Finanza ha
evidenziato l'esistenza di un danno all'Erario di circa sei
milioni di euro.(6 febbraio 2006-14:50)
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