(di Pina Bruno)

(Dal Corriere del Mezzogiorno del 25 gennaio 2006)

La famiglia non aveva più sue notizie dal nove ottobre del 2005 e tante volte si era temuto il peggio. Perché Giuseppe Vigliotti, questo il nome della persona scomparsa, nonostante la sua giovane età, 28 anni compiuti da poco, aveva un passato e un presente pesanti, intensi, logorati dalla cocaina e dalla solitudine. Mesi di estenuante angoscia per il papà Antonio, la mamma Annamaria Pascarella e la sorella Anna. Dopo aver pranzato tutti insieme, quella domenica d'autunno, salutò i congiunti con poche parole, con una promessa non mantenuta: « Ciao ma', torno più tardi » . Ma a casa Giuseppe non è più tornato. La droga lo ha ucciso a soli 28 anni e per più di due settimane, il suo cadavere è rimasto senza un nome e senza una identità nell'obitorio dell'ospedale di Capodichino. Il destino ha voluto negargli le ultime carezze e gli ultimi baci della madre, strappandolo alla vita nel peggiore dei modi, perché solo anche dopo la morte. E se non fosse stato per un servizio della trasmissione « Chi l'ha visto? » che ha ripreso un articolo del Corriere del Mezzogiorno , andato in onda lunedì il suo cadavere sarebbe rimasto chissà per quanto tempo senza un nome. La famiglia Vigliotti aveva lanciatro un appello affinché qualcuno potesse fornire informazioni utili al suo ritrovamento nella trasmissione condotta dalla giornalista Federica Sciarelli, e la messa in onda delle foto di Giuseppe. Pochi minuti dopo la fine del servizio, a cura del regista Dean Buletti, la prima segnalazione. Un agente del commissariato di Secondigliano ha contattato telefonicamente la redazione romana, raccontando che due settimane prima, alla periferia di Secondigliano, era stato rinvenuto il corpo di un giovane, peraltro morto di over dose, molto simile a Giuseppe. Ieri mattina, il riconoscimento del cadavere. Poi il dolore. Fortissimo e implacabile di un'intera famiglia. E a rendere il tutto più insopportabile, il fatto che il loro carissimo Giuseppe fosse rimasto solo, nel freddo e nella cupezza di un obitorio, per così tanto tempo.