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S.MARIA C.V. (CASERTA): GIALLO SULLE BARE RITROVATE. LE IPOTESI

(Servizio di Pina Bruno)

Nella foto il macabro materiale ritrovato nelle campagne del rione Sant'Andrea de' Lagni a Santa Maria Capua Vetere

Santa Maria Capua Vetere (Caserta) - Tra le tre salme recuperate ieri l’altro in una stradina di campagna del Rione Sant’Andrea dei Lagni, c’è anche quella di un bambino. A confermarlo non sono state le perizie necroscopiche , è ancora troppo presto per avere i risultati, ma una bara bianca semidistrutta da un rogo. Le altre due bare recuperate, e sempre semicarbonizzate, sono in ciliegio scuro, quindi gli inquirenti presumono che le rispettive salme siano di persone decedute in età adulta: si tratterebbe, stando a una serie di indiscrezioni, di un uomo e di una donna. Forse i componenti di un unico nucleo familiare? Troppo presto per stabilirlo. Gli inquirenti hanno pochi elementi in mano, soprattutto se si considera che a oggi non è pervenuta alle autorità giudiziarie alcuna denuncia di feretri scomparsi. E ragionando su questo punto, gli investigatori pensano a salme di vecchia data, anche se tra domani e domenica potrebbe balenare qualche segnalazione, dal momento che i cimiteri sono frequentati soprattutto nei fine settimana. Al momento si procede per esclusione. Quel che è certo, è che presso il Cimitero di Santa Maria Capua Vetere non manca nessuna cassa da morto. Le ricerche dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore Brancaccio, continuano serrate negli altri cimiteri della provincia e non si esclude che nei prossimi giorni le stesse possano estendersi nel Napoletano, con particolare riguardo a Giugliano, Caivano e Acerra. E ieri mattina i militari sono ritornati in quella mulattiera a ridosso di via Napoli per passare nuovamente al setaccio l’area in cui gli impiegati dell’ufficio Ecologia del comune di Santa Maria Capua Vetere hanno scoperto, mercoledì scorso, la macabra matassa dopo una segnalazione anonima giunta al locale comando della polizia municipale. Si cerca qualche targa, di quelle apposte sulle casse, riportante uno straccio di nominatavo - magari anche riferito a un’azienda funebre - o comunque qualche particolare utile alle indagini, magari quanto basta per stabilire almeno la provenienza. Nelle ore successive al macabro ritrovamento gli inquirenti si erano concentrati sulla pista di uno smaltimento illecito di rifiuti funebri, ma questa ipotesi non ha retto proprio per la presenza di quelle salme. Perché, infatti, smaltire casse da morti contenenti ancora le rispettive salme? E allora quale direzione seguire? Gli investigatori ritengono di dover battere ogni pista, anche quella delle sette sataniche, contrariamente a quanto avevano detto lo scorso mercoledì. Non si esclude, poi, una vendetta maturata in ambiti privati. Magari qualcuno ha inteso punire una famiglia coinvolta in una vicenda disgraziata. Un incidente stradale, un fatto giudiziario scabroso. E poi c’è l’ipotesi del maniaco, del malato di mente, ma anche quella dell’atto vandalico messo a segno da una banda di balordi. La tesi dello sgarro tra cosche continua a tenere, così come quello di un avvertimento della camorra indirizzato a un’azienda funebre, o a una famiglia legata al mondo dell’imprenditoria locale. Basti pensare che nella notte tra il 1 e il 2 gennaio scorsi, a Frignano, nell’agro aversano, un incendio distrusse il deposito di bare funebri di un’ azienda. Al momento gli inquirenti smentiscono qualsiasi tipo di intreccio tra le due vicende.(6 gennaio 2005-11:23)

 
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