La Polizia scientifica e la Squadra
Mobile di Ravenna hanno compiuto nel pomeriggio un minuzioso
sopralluogo nell'appartamento di via Carrarone Chiesa 28, a
Mezzano (Ravenna), dove abitavano Maria Teresa Strinati e Amedeo
Bacchilega. Con gli inquirenti c'erano il pm Gianluca Chiapponi
e i difensori della donna, Florinda Orlando e Giorgio Liverani.
La porta d'ingresso dell'appartamento, al secondo piano di un
caseggiato popolare, è stata aperta con l'intervento dei vigili
del fuoco. Nel soggiorno sono state trovate macchie che sembrano
di sangue. Qui, secondo la confessione di Maria Teresa Strinati
e dell'amante Angelo Di Petrillo, sarebbe infatti avvenuto il
delitto la sera di lunedì 25 agosto. Nel garage gli inquirenti
hanno trovato due martelli.
Domani l'appartamento e il garage saranno passati al setaccio
dagli uomini della Polizia scientifica di Roma che utilizzeranno
particolari tecniche per evidenziare le macchie di sangue.
La svolta dell'inchiesta si è avuta grazie a preziosi indizi
raccolti giovedì dalla Squadra Mobile di Ravenna e subito
consegnati al pm Gianluca Chiapponi. Il magistrato si è
immediatamente messo in contatto con il collega di S. Maria
Capua Vetere e insieme hanno concordato le mosse successive.
Gli elementi raccolti a Ravenna hanno permesso di evidenziare
contraddizioni nella testimonianza che Maria Teresa Strinato
aveva reso ai carabinieri casertani. In questo modo il pm ha
autorizzato un'intercettazione ambientale sull'auto della donna
che aveva raggiunto Caserta mercoledì scorso per il
riconoscimento del cadavere del compagno, accompagnata
dall'amante. E il contenuto delle conversazioni intercettate
durante il ritorno a Ravenna hanno legittimato il fermo.
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