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TRUFFA SUL GASOLIO SCOPERTA DA GDF: COINVOLTA DITTA DI CASERTA


Ciascun autista intascava 50 delle vecchie lire per ogni litro di gasolio non consegnato al destinatario. In questo modo gli imprenditori abruzzesi si assicuravano il silenzio degli autisti che trasportavano il carburante e che, confrontando quanto consegnato con i documenti di accompagnamento, si accorgevano che i due dati non corrispondevano. Secondo quanto accertato dagli uomini del Nucleo regionale di polizia tributaria del Lazio, la truffa era possibile soltanto grazie alla connivenza di funzionari pubblici. Questa è una parte dell'inchiesta che è ancora al vaglio della magistratura e sulla quale sono attesi interessanti sviluppi. La quantità di gasolio consegnata a scuole, caserme di carabinieri, guardia di finanza e commissariati di tutta Italia, infatti, non era irrilevante: spesso veniva sottratto dal 30 al 50 per cento in meno di quanto riportato nei documenti. La truffa cominciava nei depositi di tre società della provincia dell' Aquila operanti nel settore degli oli minerali, tutte appartenenti alla famiglia di imprenditori locali Lilli, tra fratelli, cugini e parenti di altro grado. Le società avevano vinto vari appalti pubblici e quindi avevano come clienti la pubblica amministrazione. Nell' 80 per cento dei rifornimenti veniva attuata una truffa. Il carburante non consegnato veniva venduto ad una ditta di Caserta che provvedeva a rivenderlo a singoli condomini, magari a prezzo ridotto rispetto alle quotazioni del mercato. La vicenda comincia negli anni scorsi, e secondo un calcolo approssimativo dal 1994 al 2004 sarebbero stati sottratti all' erogazione 15 milioni di litri. La Gdf ha accertato 20 milioni di contributi sottratti all' accise (l'imposta sugli oli minerali) e 17 milioni di euro sono stati recuperati alla tassazione. L'indagine è stata avviata in seguito alla presentazione di più di un esposto; funzionari diligenti ed attenti hanno notato un numero eccessivo di rifornimenti e si sono insospettiti. L'inchiesta è stata aperta dalla Procura di Roma ma poi, per competenza territoriale, è stata trasferita alla Procura di Avezzano.(18.06.05)

 
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