"Nonostante l'arroganza dell' azienda, le intimidazioni, i ricatti morali e il terrorismo psicologico, il piano industriale non passerà e per questo bisogna tornare al più presto al tavolo negoziale". Lo ha affermato in una dichiarazione sulla Barilla Franco Chiriaco, segretario generale della Flai-Cgil. "I lavoratori sono tutti concordi - ha aggiunto - e dicono che dagli stabilimenti non partirà neanche un bullone verso altri siti e per questo si lotterà". Nel mirino del sindacato il fatto che "nonostante il piano industriale sia stato rigettato in toto da Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, l'azienda é decisa a continuare sulla propria strada". Presentato il 29 ottobre 2004, il piano prevedeva la chiusura dello stabilimento di Matera, del Mulino di Termoli e del bakery di Caserta, oltre al trasferimento del Centro di Ricerche Corial da Foggia a Parma. "In queste ore - ha affermato ancora Chiriaco - i lavoratori dei siti Barilla coinvolti nel piano industriale stanno assistendo alla chiusura e alla dismissione dei propri posti di lavoro. Il Mulino di Termoli è stato venduto, ai lavoratori del Corial di Foggia sono già arrivate le prime lettere di trasferimento, al bakery di Caserta nessuno provvede più a riparare i macchinari vista l'imminente chiusura della linea. A Caserta come a Matera, a Foggia o a Termoli la preoccupazione dei lavoratori di perdere il lavoro, di finire in cassa integrazione o in pre-pensionamento è forte e cresce di giorno in giorno. Di fronte a questo tragico scenario l' azienda ha risposto dicendo che le uniche cose che non può fornire sono le garanzie, ovvero ciò di cui i lavoratori hanno più bisogno in questo momento". L' azienda intende "salvare le proprie condizioni finanziarie attraverso le chiusure e i trasferimenti", ma questo "é inammissibile", secondo la Flai-Cgil. "Il rilancio dell' economia deve passare attraverso gli investimenti, le innovazioni e la ricerca", ha concluso Chiriaco ribadendo che si deve tornare con urgenza al negoziato.