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CAMORRA, CASERTA. ANTIMAFIA: NEL LAZIO PRESENTI OTTO GRUPPI CRIMINALI CAMPANI


Nel Lazio le organizzazioni mafiose, oltre ad agire come proiezione delle case madri di altre regioni, mostrano la tendenza ad una sempre maggiore autonomia, come ha dimostrato una recente operazione a Latina in cui l'organizzazione criminale aveva "la capacità di battezzare i propri adepti". A sottolinearlo è stato il procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna, intervenendo al convegno "Un altro modo di pensare la sicurezza: serenità", al quale sono intervenuti, il commissario antiracket dei Comuni di Roma e Napoli Tano Grasso, l'assessore alla sicurezza del Comune di Roma Liliana Ferraro e il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio Piero Marrazzo. Vigna ha consegnato a Marrazzo l'analisi della direzione antimafia, aggiornata al luglio 2004, relativa all'area della Regione Lazio. "E' stata accertata - ha spiegato Vigna - la vitalità delle organizzazioni criminali locali e una maggiore consistenza delle organizzazioni mafiose originarie del sud Italia, capaci di sempre crescente autonomia. Nel Lazio risultano esserci sette gruppi collegati alla 'Ndrangheta, otto a organizzazioni Campane, nove a famiglie di Cosa Nostra, come dimostrano anche importanti arresti''. Per il procuratore nazionale antimafia, c'é anche un aumento delle organizzazioni dedite allo spaccio di droga, specie di cocaina. In particolare, nel 2003, il Lazio è stata la prima Regione per quantità di cocaina sequestrata, pari a 1.269 chili, seguita dai 707 della Lombardia. Sono stati inoltre 79 i decessi per assunzione di stupefacenti. Si stanno poi diffondendo droghe sintetiche, come l'ice o il chat. Durante il convegno al quale sono intervenuti anche il presidente di Sos impresa Lino Busà, il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati e il segretario regionale del Siulp Lazio Angelo Grasso, sono stati ricordati i risultati di alcune recenti indagini. Nel Lazio, nel 2003, risultano aumentati i reati denunciati all'autorità giudiziaria (+4,2%), le rapine (+2,1%), i furti (+1,3%), i reati fiscali e tributari (+4,5%). Sono inoltre 6.000, secondo Sos impresa, i commercianti, soprattutto a Roma e nell'agro pontino taglieggiati dal racket. Il Lazio, inoltre è al secondo posto, dopo la Campania, per l'usura, con oltre 21mila commercianti vittime per un giro di 1,6 milioni di euro. Per Legambiente, è al terzo posto tra le regioni per l'illegalità ambientali, con più di 3.000 infrazioni accertate. "Non c'é consapevolezza - ha detto Tano Grasso - che aree del Lazio sono a rischio per la presenza di organizzazioni di stampo mafioso, come dimostra la recente operazione ad Ostia. Roma non è Napoli, il sud del Lazio non è il Casertano, ma esiste un livello di rischio che se sottovalutato oggi , domani potrebbe farci piangere".

 
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