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CAMORRA, CASERTA: ARRESTO IN GERMANIA BOSS LIGATO. PARTICOLARI OPERAZIONE


Si era finto paraplegico per ottenere gli arresti domiciliari e dopo poco meno di un mese, il 16 gennaio 2004 fece perdere le sue tracce. Da allora la polizia ha sempre avuto il fiato sul collo di Raffaele Ligato, considerato uno degli organizzatori, con il cassiere della mafia Pippo Calò e con suo cognato di Vincenzo Lubrano, dell'omicidio di Francesco Imposimato, il sindacalista fratello del giudice Ferdinando Imposimato ucciso in un agguato nel 1983 a Campolongo di Maddaloni (Caserta). Ligato condannato a due ergastoli e destinatario di altre ordinanze di custodia cautelare è stato rintracciato oggi a Magonza, nei pressi di Wiesbaden, una cittadina in cui il clan Nuvoletta ha sempre avuto interessi economici. Il pregiudicato secondo le tracce rilevate dagli investigatori, si trovava lì da alcuni mesi aiutato da un altro italiano sulla cui posizione si attendono provvedimenti della polizia tedesca. Il gruppo investigativo, coordinato dal Servizio Centrale Operativo e costituito da personale della Squadra Mobile di Caserta e della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Napoli è riuscito ad individuarlo tenendo sotto controllo i suoi parenti più stretti. Quando la polizia lo ha fermato, Ligato era in strada e stava per fare una telefonata da una cabina pubblica; alla vista degli agenti non ha detto nulla, non ha risposto ad alcuna domanda, rimanendo in assoluto silenzio. "E' stato riconosciuto grazie ad un neo sulla guancia e alla forma allungata dell'orecchio - ha spiegato il capo della squadra mobile della questura di Napoli, Vittorio Pisani - Sono state attivate le procedure per l'estradizione presso le autorità tedesche". Le indagini sono state coordinate dal pm della Dda di Napoli Francesco Curcio. Ligato è stato condannato il 16 gennaio 2004, all'ergastolo dalla Corte di Assise presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nell'ambito del processo per l'omicidio di Francesco Imposimato, assassinato con la moglie nel 1983. Dal processo emerge che l'eliminazione del sindacalista fu decisa dal clan Ligato - Lubrano, di concerto con esponenti della "Banda della Magliana" e di "Cosa Nostra", in relazione all'attività svolta dalla vittima a difesa dell'ambiente, nonché ad una "vendetta" trasversale contro il fratello, Ferdinando Imposimato, all'epoca giudice istruttore presso il Tribunale di Roma, titolare di importanti processi in materia di terrorismo e criminalità organizzata. Raffaele Ligato, pregiudicato per associazione di tipo mafioso, omicidio, detenzione e porto abusivo di armi, evasione ed altri gravi reati, in passato è stato affiliato alla cosca camorristica denominata "Nuova Famiglia", del clan Nuvoletta, (il cognato Vincenzo Lubrano era imparentato con il clan referente della mafia in Campania) per conto della quale ha partecipato a diversi delitti oltre ad aver prestato assistenza a latitanti provenienti anche da altre aree geografiche mafiose. Il 2 maggio 1975, a Nocellato di Carinola, località "Boscariello", in una casa colonica denominata "Cicalese", Ligato fu arrestato dopo un lungo periodo di latitanza, sorpreso mentre era nascosto insieme ai boss della "ndrangheta" calabrese Domenico Tripodi e Ignazio Polimeno. Nel 2003 fu emesso a suo carico ed eseguito un altro provvedimento cautelare in carcere per l'omicidio di Giovanni Mandesi, commesso nel 1990, e sottoposto agli arresti domiciliari, il 5 dicembre 2003, per le sue precarie condizioni di salute (impossibilità a camminare autonomamente a causa di un ictus celebrale), certificate da una copiosa documentazione sanitaria. Il 16 gennaio 2004, giorno dell'emissione della sentenza di condanna all'ergastolo, Ligato evase. Successivamente nei suoi confronti furono emesse altre due provvedimenti restrittivi uno dei quali nell'ambito del processo Spartakus contro il clan dei Casalesi. "Oggi - ha commentato il capo della squadra mobile di Caserta Olimpia Abbate - ci siamo finalmente rifatti della beffa subita l'anno scorso".

 
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