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CASERTA, UOMO ABBANDONATO COME UN RANDAGIO: ISTITUZIONI LATITANTI

Contributo di Giuseppe Sangiovanni


Delle condizioni allucinanti di Alfredo Rivetti, l’uomo che vive(ancora) peggio di un randagio sul ciglio di una strada, tra la Vaccheria e San Leucio, tutti sapevano. Parenti, Asl e Assistenti Sociali. Lo ha detto l’assessore alle politiche sociali del comune di Caserta, Vincenzo Ferraro. Tutti sapevano, protocollo attivato, ma nessuno ha mosso un dito. Un vero fallimento. Una vergogna inaudita, da evitare, dopo il disinteressamento dei congiunti di Rivetti, l’uomo che vive come e con quattro randagi a due passi dal Real Belvedere, del miliardario Leuciana Festival, della Premiata Ditta Falco-Areni Ferraro sapeva. Aveva avviato tutte le procedure, ma nulla è cambiato. Rivetti è ancora lì, nel monolocale di lamiere, una vecchia Fiat Tipo bianca. Dopo la denuncia della Gazzetta, il clamoroso autogol dell’assessore Ferraro, con le sue inquietanti esternazioni- meritevoli di un seguito: Dimettersi immediatamente. Meglio dire “Il caso ci è sfuggito”! Vicenda che ha messo in evidenza il fallimento delle politiche sociali, fatte di screening, ricerca e censimento di soggetti che vivono ai margini della società casertana. Caserta non è una metropoli, meno che meno una piccola comunità, come la Vaccheria- dove tutti si conoscono, tutti sanno, ma neanche hanno mosso un dito, per scelta, per pregiudizio, nei confronti di un uomo che va accettato, nonostante vizietti e difetti tipici di una persona malata, sfiduciata, senza affetti e punti di riferimento, depressa, abbandonata da tutti al suo destino. Venuta meno la bontà umana, la carità, che non si possono imporre, dovevano entrare in scena le istituzioni. Senza attendere un minuto in più. Sradicare Rivetti da quell’orrore. Delle procedure, del protocollo avviato, Rivetti non sa cosa farsene. La legge va applicata con buonsenso, quando ci si trova di fronte una situazione drammatica e straordinaria come quella di Alfredo- nemmeno “abbeverato e ristorato”, con un bicchiere di acqua, un semplice cappuccino o un piatto di minestra- nell’attesa della flemma burocratica di Ferraro e company. Una situazione allucinante, a partire dal profilo igienico-sanitario. L’Asl, gli assistenti sociali, la chiesa locale, le organizzazioni di volontariato, la Caritas: tutti desaparecidos. Con quale coraggio si è preteso finora il voto da quest’uomo? Il prete durante la benedizione pasquale, si è accorto di lui, della sua casa sotto le stelle? Una società può ritenersi civile solo se riesce ad evitare simili vergogne, dando risposte immediate. Tutti i casertani ricorderanno il famigerato caso Palumbo(l’anziano di Caiazzo che viveva come una bestia tra l’indifferenza delle istituzioni), scoppiato al Costanzo Show, qualche anno fa. Identica storia, stesso cronista, identico percorso-stessa opera di sensibilizzazione, cominciata prima con i media locali, proseguita poi con un pezzo pubblicato da un noto settimanale nazionale. Pensare sempre di risolvere i problemi con la televisione, non è cosa ideale. Anzi. Rappresenta una sconfitta per tutti: per la società, per gli amministratori, per il pianeta stampa e per lo scrivente, che non deve sostituirsi alle istituzioni, che nel caso Rivetti hanno sicuramente fallito.

 
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