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TRUFFE AD AGRICOLTORI A TARANTO: ARRESTATO ANCHE UN CASERTANO


Una organizzazione dedita alle truffe ai danni di agricoltori nel settore dell' uva è stata scoperta dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Taranto che hanno arrestato con l'accusa di averne fatto parte quattro persone sono state arrestate col beneficio degli arresti domiciliari. Gli arrestati sono Massimo Di Rosa, di 31 anni, di Maddaloni (Caserta), Filippo Conte, di 49 anni, di Massafra (Taranto), Pietro Perrini, di 33 anni, di Alberobello (Bari) e Michele Masellis, di 39 anni, di Bitritto (Bari). A tutti la polizia ha notificato una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Taranto Giuseppe Tommasino su richiesta del pubblico ministero Ida Perrone. L' accusa principale per tutti é di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Il raggiro, per centinaia di migliaia di euro, sarebbe stato perpetrato fra l' ottobre e il novembre dello scorso anno. Ad alcuni agricoltori, soprattutto della zona occidentale della provincia, si è presentata una persona dicendo di chiamarsi Francesco De Biase (in realtà si trattava di Di Rosa) e di essere il titolare di una società spagnola, la 'Femago', che si occupava di commercializzazione di uva. L' uomo si accordava con gli agricoltori per l' acquisto del prodotto dando un anticipo in contanti fra i 500 e i mille euro e pagando poi con assegni per lo più postdatati. Successivamente si presentavano altre persone, e in particolare Perrini e Masellis che già operavano nel settore, con i loro mezzi a ritirare la merce. La truffa è stata scoperta quando gli agricoltori si sono recati ad incassare gli assegni (cifre variabili fra i diecimila e i 40.000 euro) che sono risultati scoperti. I titoli recavano la firma di una donna titolare di un conto corrente aperto in una banca della provincia di Napoli, conto che però nel frattempo era stato già chiuso. Sulla stessa donna sono in corso accertamenti da parte della polizia. Gli agricoltori truffati sono almeno otto, ma gli inquirenti ritengono che la presunta organizzazione abbia raggirato i produttori anche di altre province. Inesistente è risultata anche la società spagnola. Sulle tracce si è arrivati grazie al contributo di una vittima che ha rilevato il numero di targa dell' auto, una Volvo station wagon, utilizzata da Di Rosa per recarsi nei campi e che era intestata alla madre di quest' ultimo. Conte, Perrini e Masellis sono stati arrestati nei paesi di residenza, mentre Di Rosa è stato rintracciato a Mottola.

 
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