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PESTAGGI IN CARCERE A SANTA MARIA C.V., MANGANELLI RESTA AI DOMICILIARI

Santa Maria Capua Vetere (Caserta) 28 luglio 2021 - Il Tribunale del Riesame di Napoli continua a dire ‘no’ alla maggior parte delle istanze di scarcerazioni presentate dai difensori degli agenti penitenziari coinvolti nell’inchiesta sui pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Nelle ultime ore il Tribunale della Libertà ha confermato la misura degli arresti domiciliari per gli ufficiali della Polizia penitenziaria Gaetano Manganelli, 45 anni, e Pasquale Colucci, 53 anni, accusati di essere tra gli organizzatori della perquisizione straordinaria al carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020, diventata "un'orribile mattanza", con decine dei detenuti picchiati e sottoposti a trattamenti ritenuti di tortura. Manganelli era allora comandante degli agenti nell'istituto casertano mentre Colucci era a capo della polizia penitenziaria al carcere napoletano di Secondigliano e soprattutto comandante del "Gruppo di Supporto agli Interventi", una sorta di "squadre speciali" istituite durante la pandemia dall'allora provveditore regionale alle carceri Antonio Fullone (indagato e sospeso dal servizio) che furono inviate a Santa Maria Capua Vetere per la perquisizione. L'avvocato di Manganelli, Giuseppe Stellato, ha cercato di ridimensionare il ruolo avuto da Manganelli durante i fatti dell'aprile 2020, puntando sulla ripartizione di competenze, secondo cui quel giorno non era Manganelli il più alto in grado, ma Colucci (difeso da Carlo De Benedictis e Domenico Scarpone); già durante l'interrogatorio reso al gip dopo l'arresto, Manganelli aveva detto a chiare lettere di non essere stato tra coloro che "hanno gestito, diretto e organizzato la perquisizione", scaricando in pratica la responsabilità sugli altri funzionari presenti, ma il Riesame non ha creduto alla sua versione, decidendo di confermare i domiciliari tanto per lui che per il suo "antagonista" Colucci. I giudici hanno confermato gli arresti domiciliari anche per l'agente Angelo Iadicicco (anch'egli difeso da Giuseppe Stellato). Attesa anche la decisione per l’agente Mauro Clemente Candiello. Gli interrogatori di garanzia e le udienze di Riesame si sono conclusi con dichiarazioni e silenzi che, a incrociarli, finiscono per aggiungere confusione al caos del 6 aprile del 2020. Di certo c'è che decine di poliziotti si sono resi protagonisti di pestaggi a sangue freddo per vendicare la rivolta del giorno prima al reparto Nilo.

 
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