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REGGIA CARDITELLO, ASTE DESERTA: MA BRAY E IL SINDACO SORRIDONO NELLE FOTO

Santa Maria Slitta al 9 gennaio 2014 la nuova udienza per la vendita della Reggia di Carditello, dove da circa un anno, le istituzioni, sindaco compreso, pensano più a farsi fotografare con i ministri di turno in visite mediatiche di facciata che ad acquisire l’immobile dal momento che hanno il famoso diritto di prelazione mai utilizzato. Questa mattina, nuova asta deserta presso la sezione fallimentare del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (giudice Valerio Colandrea) tenutasi giusto per il rinvio al prossimo anno: nella prossima udienza, si potrebbe anche decidere di valutare un ulteriore ribasso per il complesso della mini reggia casertana. Nei giorni scorsi, aveva fatto visita nel complesso borbonico il ministro Bray: il tour e le foto con le facce sorridenti del sindaco ( vedi foto, ma c’è poco da ridere) senza nessuna positiva conclusione. Un deja-vù: lo scorso anno quando ’ex ministro tecnico per i Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, in una visita al Real Sito di San Tammaro, aveva annunciato una sorta di diritto di prelazione lasciato poi in sospeso. Partito da 20 milioni di euro, il prezzo d’incanto si è dimezzato nel corso di varie udienze andate deserte. Il salvataggio della Reggia di Carditello, che ha visto in ritardo, rispetto ai tempi giudiziari, un’accelerazione di diverse iniziative di mobilitazione per scongiurarne la vendita - iniziative giunte, purtroppo, a procedura di esecuzione giudiziaria già maturata - fu preceduto nel 2003 da un altro simile tentativo da parte della Regione Campania. Con un’apposita delibera a firma degli assessori Aita, Alois, Anzalone, Di Lello e Nicolais la Regione dichiarò di voler avvalersi del diritto di prelazione ed acquisire al patrimonio regionale il sito stimandolo tra i 5 e i 20 milioni di euro. Iniziativa poi caduta nel dimenticatoio, anche in assenza di ulteriori mobilitazioni sia politico-istituzionali che della società civile. Il Real Sito di Carditello, abbandonato all'incuria da oltre 20 anni è finito in vendita per i debiti accumulati nei confronti della Sga Spa (San Paolo Imi, ex Banco di Napoli) dal Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno. Anche l’azione di sospensione giudiziaria avanzata dal Ministero dei Beni Culturali, che paventava la necessità di una preventiva autorizzazione ministeriale prima di intervenire sul pignoramento e sull’espropriazione, non è però stata accolta dal giudice. Le argomentazioni non hanno trovato fondamento nell’istanza in quanto il Consorzio non rientra tra gli «enti pubblici territoriali» e dunque, distinguendo il giudice anche tra «bene demaniale» e «bene culturale», ha rigettato l'istanza sottolineando che non può ravvisarsi l'illegittimità del pignoramento avviato dalla Sga. Per il giudice, il Ministero non poteva essere legittimato ad avanzare l’istanza in quanto non soggetto passivo, né esecutato così come il Consorzio titolare del bene e non già dello Stato.

Come salvare Carditello

Tra le idee lanciate in questi mesi per salvare il complesso, c'è quella di Giuseppe Garofalo, penalista, principe del foro, storico e autore di libri: la mini reggia potrebbe diventare un presidio istituzionale, ospitare un'istituzione, uffici giudiziari, una caserma dei vigili del fuoco. Idee su cui riflettere.

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