CASERTA, GIUGNO 2011 (Casertasette) (di Serena Li Calzi) - Prosegue il successo 'serate Jazz' al Prado ristorante-Eno di Caserta. Venerdì scorso 3 giugno ospite d’onore PIETRO CONDORELLI, nome conosciuto e stimato dagli amanti del genere, nazionale e internazionale, chitarrista e arrangiatore. E’ accompagnato dalla voce di VIRGINIA SORRENTINO, al contrabbasso MARCO DE TILLA. Pietro, dopo aver ottenuto il diploma in chitarra classica e una laurea al DAMS dal 1980, svolge attività concertistica e professionale in Italia e all'estero. Ha collaborato con i più importanti esponenti del jazz internazionale come Lee Konitz, Paolo Fresu, Franco Cerri, Giulio Capiozzo, Gary Bartz, George Cables, Jimmy Wood, Fabrizio Bosso, Charles Tolliver, Bob Mover,segnalandosi come uno dei migliori chitarristi jazz italiani. Ha collaborato stabilmente, dal 1994 al 1996 con il noto gruppo di jazz e progressive rock degli Area. Nel 1997 ha vinto il referendum della critica "Top jazz" (Musica Jazz) come miglior nuovo talento. Oltre alla carriera musicale ha al suo attivo un'intensa attività didattica, avendo svolto il ruolo di interprete e coadiuvatore in seminari di diversi chitarristi di fama internazionale come Mike Stern, Mick Goodrik, Jim Hall. È inoltre titolare della cattedra di jazz presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Virginia è una cantante molto versatile, che ha un curriculum che spazia dal jazz al soul al pop. Ha collaborato con diverse orchestre jazz campane in Italia e all’estero, ricevendo apprezzamenti anche da artisti come Diane Schuur, Toots Thielemans e Pat Metheny. Con i suoi gruppi e con queste orchestre ha partecipato a numerosi Festival e Rassegne tra cui Umbria Jazz, Copenhagen Jazz Festival, Le Mans Jazz Festival, Festival dei due mondi di Spoleto, Nick La Rocca, Sorrento jazz, Terni jazz, Pompei Jazz, Baronissi Jazz, protagonista del musical “CATS” e tanti altri. Marco si diploma con lode in Musica Jazz al Conservatorio S.P. a Majella di Napoli e partecipa a numerosi seminari con musicisti di fama internazionale quali Dave Holland, Larry Grenadier, Bruno Tommaso, Paul Jeffrey, Dick Oatts. Suona abitualmente in formazioni distinte, dal trio alla big band, collaborando con affermati musicisti tra cui Antonio Faraò, Norma Winstone, Paolo Fresu, Chuck Findley, Javier Girotto, Gabriele Mirabassi, Maurizio Giammarco. Registra tre CD a suo nome e una trentina di collaborazioni al fianco di musicisti come Emanuele Cisi, Adam Rudolph, Pietro Condorelli, Daniele Scannapieco, Francesco D’Errico, David Alan Gross ecc. Nel 2003 la formazione Marco de Tilla 5et vince il concorso Salerno Music Doors, che vede in giuria Steve Grossman, aggiudicandosi il primo premio e il premio della critica. Attualmente insegna Contrabbasso e Basso Elettrico nella classe di jazz del Conservatorio di Potenza. Queste alcune nozioni fondamentali per comprendere nel migliore dei modi che ci troviamo dinnanzi a tre grandi della musica. Venerdì 3 giugno, assisto alla prima serata del nuovissimo trio. Dopo un lungo periodo di tentativi Pietro, Virginia e Marco sono insieme sul palco ed il pubblico risponde con entusiasmo. Osservo, incantata, il gioco di mani che Condorelli utilizza facendole scorrere lungo la chitarra, creando ritmi velocissimi che i miei occhi hanno difficoltà a seguire. Pietro è completamente assorto dalla musica, è tutt’uno con lo strumento e chi l’osserva, percepisce che in quel momento avviene una fusione tra l’anima jazz di Condorelli e la chitarra. Affiancato da Marco de Tilla al contrabbasso che segue il suo maestro in questa corsa contro il ritmo. Divertita dal gioco di note assiste ciò che io reputo il terzo strumento in scena: Virginia Sorrentino. Con la sua voce segue la musica, divenendo lei stessa terzo elemento musicale. La serata termina, molti musicisti che sono venuti ad ascoltare ed applaudire il nuovo trio, li circondano affettuosamente. Il JAZZ non è solo musica, ma una casa che riunisce un’enorme famiglia, accumunata da questo forte sentimento d’amore nei confronti del genere. Approfitto per poter confrontarmi con il maestro Condorelli e parlare proprio dei suoi giovani allievi –Ad oggi è molto difficile trovare una buona chiave di lettura per poter comunicare con i giovani. Oggi che si è abituati ad un vastissimo utilizzo della tecnologia, si perde facilmente quella sensibilità che induce l’artista ad amare senza condizione, denudare se stesso, dinnanzi al proprio strumento. Si ha molta più difficoltà nella percezione e di conseguenza nel creare la musica.-Continua il maestro- il lavoro di chi insegna è quello di spogliare da ogni impedimento i nostri allievi, per consentire loro di essere anima e strumento-. Termina la mia visita e a malincuore lascio questa famiglia che stasera mi ha accolto con il dolcissimo sorriso della Sorrentino, la simpatia di De Tilla e la dolce cordialità del maestro Pietro Condorelli.