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IMMIGRAZIONE, L'EX CASERMA ANDOLFATO (CASERTA) DIVENTA C.I.E.: PROTESTE


SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta), 23 aprile 2011 (Casertasette) - E arrivò il giorno. L’ex Caserma Andolfato di Santa Maria Capua Vetere da due giorni ha assunto lo status di «Centro di identificazione e di espulsione» (Cie) con decreto del Ministero dell’Interno emanato giovedì scorso. Quella sammaritana, insieme Palazzo San Gervasio (Potenza) e Kinisia (Trapani) è una delle tre tendopoli allestite nelle settimane scorse per affrontare l'emergenza immigrazione. Il «passaggio» ha provocato scontri e tensione nelle strutture, dove i migranti hanno capito che saranno detenuti e rimpatriati, non come i compagni arrivati prima del 5 aprile che hanno potuto usufruire del permesso di soggiorno temporaneo e si sono in gran parte allontanati. Un Cie anomalo, secondo i sindacati di polizia che non avrebbe i giusti requisiti per «assenza condizioni di sicurezza per gli agenti». Teatro dei disordini più gravi è stata proprio l’Andolfato dove ieri si è registrato di nuovo uno sciopero della fame incitato, a quanto pare, da tunisini di maggiore età rispetto ai giovani che si sarebbero riuniti in una sorta di «gruppo» per organizzare le proteste. Intanto, la Caritas di Caserta e le altre associazioni sono state tenute fuori dalla struttura perché la natura giuridica del campo è cambiata e la notte scorsa ci sono stati scontri tra gli ospiti e le forze dell'ordine, con lancio di sassi che hanno ferito alcuni agenti. «La tendopoli di Santa Maria Capua Vetere va subito smantellata. Il decreto è un’assurdità. La struttura manca infatti dei requisiti minimi per svolgere questa funzione. Il rischio serio e concreto è quello di aggravare una situazione che è già molto difficile»: queste le dichiarazioni dell’eurodeputato Andrea Cozzolino e del deputato Stefano Graziano (entrambi Pd), che ieri hanno visitato la caserma Andolfato. «All’interno – proseguono – abbiamo constatato lo stato di precarietà in cui sono ospitati oltre 200 immigrati e una situazione altrettanto difficile in cui si trovano ad operare le forze dell’ordine, la Croce Rossa e tutti i volontari che lavorano con turni massacranti». Sulla vicenda, ieri, è intervenuto anche Fulvio Beato, candidato a sindaco per la Federazione della Sinistra a Santa Maria Capua Vetere per il quale «è successo quello che andiamo dicendo dall’inizio dell’emergenza assieme al Comitato Antirazzista Sammaritano e ai tanti militanti che hanno preso a cuore questa vicenda. Queste strutture sono dei carceri etnici dove vengono rinchiusi i migranti colpevoli di essere clandestini. Un reato su base di nascita che viola qualsiasi elementare diritto umano di coloro che cercano fortuna nel cosiddetto mondo ‘civilizzato’».

 
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