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SANTA MARIA C.V. (CASERTA): AL PROCESSO COSENTINO SALTA FUORI LOGGIA ROMANA

INFUOCATA LA SECONDA UDIENZA DEL PROCESSO COSENTINO RIGETTATA LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE PER IL PARTITO DI VENDOLA/ SOLLEVATO UN CONFLITTO DI GIURISDIZIONE PER L’USO DELLE INTERCETTAZIONI NEGATE / IPOTIZZATO UN COLLEGAMENTO CON LA LOGGIA EVERSIVA ROMANA/ LA FIBE PARTE CIVILE CON 17 NUOVE INTERCETTAZIONI / DEPOSITATE NUMEROSE SENTENZA DEL CLAN DEI CASALESI

IL PROCESSO RINVIATO AL 2 MAGGIO PER IL PROSIEGUO ESCLUSE TUTTE LE TV AL DI FUORI DI “RADIO RADICALE” E ”UN GIORNO IN PRETURA”


SANTA MARIA CAPUA VETERE, 18 aprile 2011 (di Ferdinando Terlizzi) – (Casertasette) - Iniziata con leggero ritardo, si è protratta fino a tarda ora, la seconda udienza del processo a carico dell’onorevole Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il presidente del Tribunale, in apertura dell’udienza, ha dovuto adempiere ad una formalità d’ufficio. Vi è stato il giuramento della dottoressa Gabriella Maria Casella, che ha assunto, con apposito decreto, da oggi, il ruolo di Presidente di Sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Cosentino è arrivato in anticipo (impeccabile col suo vestito diplomatico blu) e all’apertura dell’udienza vi è stato il primo colpo di scena. Il collegio giudicante (composto dal Presidente Gianpaolo Guglielmo, giudici Luigi D’Angiolella e Tommaso Perrella) ha limitato il diritto di ripresa solo per la diretta di Radio Radicale e le riprese per la trasmissione «Un giorno in Pretura». Tutti gli altri sono stati esclusi. E’ stato poi la volta dell’avvocato Palumbo il quale ha perorato la causa del partito di Vendola “Sinistra Ecologia e Libertà”, avanzando istanza di costituzione di parte civile. Ha preso quindi la parola il primo difensore di Cosentino l’avvocato De Caro, il quale ha evidenziato la necessità del rigetto della costituzione della parte civile in quanto all’epoca dei fatti contestati al Cosentino (e altri motivi di diniego) il partito non era stato ancora costituito ed era anche incerta la rappresentanza (indicato quale tesoriere della Campania tale Arturo Scotto). Sulla necessità di ammettere la costituzione ha parlato il pm antimafia Narducci, il quale ha citato varie sentenze della Cassazione secondo le quali chi ha interesse e viene danneggiato può costituirsi in giudizio (esempi del sindacato per morte bianca e regione Toscana per eccidio nazifascista). Il Tribunale, ritiratosi una prima volta in camera di consiglio, dopo circa un’ora, ha rigettato la richiesta di costituzione del partito di Vendola. I due pubblici ministeri della Dda Narducci e Milita hanno poi richiesto al Tribunale di richiedere l’acquisizione della copia dell’ordinanza di custodia cautelare e le due sentenze della Corte di Cassazione che si trovano presso il Parlamento. E’ intervenuto il secondo difensore di Cosentino, l’avvocato Montone il quale ha ritenuto infondata la richiesta della pubblica accusa «trattandosi di fascicolo da discutere a parte». Anche questa richiesta è stata rigettata dal Tribunale con apposita ordinanza con la motivazione che «non è in corso di esecuzione il provvedimento di custodia cautelare». Subito dopo un’altra mossa della Pubblica Accusa che ha depositato istanza di un ricorso per conflitto tra poteri dello Stato relativamente a quanto già deciso dal Parlamento per le intercettazioni allegate all’ordinanza di custodia cautelare. Secondo il pm della Dda, la Giunta per le Autorizzazioni ha esorbitato dalle sue competenze perché non poteva negare l’utilizzo delle intercettazioni. La difesa di Cosentino ha chiesto termine per esaminare gli atti depositati dalla Dda onde poter replicare di conseguenza. A questo punto ci è stata la lettura del capo di imputazione che è stata lunghissima e che ha occupato quasi un quarto d’ora di udienza. E’ stata poi la volta dell’altro pm Milita, il quale ha depositato un dossier (con Pdf e Cd Rom) contenente varie sentenze ( rocessi per il ciclo dei rifiuti del Lazio e della Campania, processo di Gaetano Cerci ed altri), tutte passate in giudicato di esponenti del clan dei casalesi che hanno avuto un qualche contatto con l’imputato Casentino. Sono supporti all’accusa che la Procura intende usare contro l’imputato dimostrando che egli aveva contatti a tutti i livelli. Le più note di queste sentenze sono quelle di Spartacus, del processo a Giuseppe Orsi, Eco4. Circa 90 sono le intercettazioni telefoniche e ambientali depositate nell’udienza di oggi. Ma il pm ci ha tenuto a spiegare che le stesse sono utilizzabili in quanto si riferiscono ad intercettazioni di soggetti che non godono dell’immunità parlamentare (vedi quelle di Giuseppe Valente e Michele Orsi). Poi è venuto fuori un collegamento – almeno secondo l’accusa – con l’associazione sovversiva romana (Arcangelo Martino, Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e il giudice Ernesto Sica) dove spesso Cosentino è chiamato in causa. In conclusione i pubblici ministeri Narducci e Milita hanno chiesto di inviare tutto questo materiale alla Camera dei Deputati, che dovrà decidere sull’utilizzo. A Cosentino è stato addebitato un falso alibi, un depistaggio, la subornazione di testi ed altri reati. Sintomatica è apparsa la circostanza secondo la quale l’ex magistrato tributario Pasquale Lombardi, sarebbe stato nominato nel Consiglio di Amministrazione del Ce4, per la ricompensa di tentare di aggiustare la decisione della Corte di Cassazione. Si è ancora più aggravata la posizione poi di Cosentino allorquando anche l’avvocato Sepe, in rappresentanza dell’avvocato Stile, patrocinatore della privata accusa, cioè della Fibe, ha presentato un dossier con 17 intercettazioni ambientali avvenute tra la società e l’onorevole Cosentino. Gli avvocati della difesa De Caro e Montone, hanno chiesto termini per esaminare il materiale depositato definito da De Caro «una opportunità da verificare se legittima, lecita, opportuna e se ha rilevanza probatoria». L’appuntamento è fissato per l’udienza del 2 maggio alle 11,30 nel corso della quale dovranno anche essere sentiti i testi dell’accusa.

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