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CASERTA, TENDOPOLI IMMIGRATI, FUOCO NELLA NOTTE: MA ERA UNA FALO' PER SCALDARSI


SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta), 13 aprile 2011 (Casertasette) - Allarme incendio, la notte scorso, nella tendopoli all'avanguardia allestita nella ex Caserma Andolfato di Santa Maria Capua Vetere dove alloggiano mille profughi tunisini molti dei quali usciti dalle carceri del loro paese. Il presunto incendio (si era pensato a qualche coperta che aveva preso fuoco provocato da qualche sigaretta accesa, per le quali ogni giorno gli immigrati reclamano penuria), in realtà era solo un falò acceso da alcuni ospiti, per riscaldarsi

Agitazione per permessi di soggiorno in arrivo

SANTA MARIA CAPUA VETERE, 13 APRILE 2011 - Agitazione tra gli immigrati, oggi nella tendopoli dell'ex caserma "Andolfato" di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dopo la notizia dell'arrivo dei permessi temporanei per i profughi. La struttura ospita circa un migliaio di immigrati giunti nel Casertano da Lampedusa. "Chiedono con insistenza che i permessi vengano distribuiti celermente - dice Paolo Monorchio, coordinatore regionale per emergenza profugi della Campania - ma si attendono disposizioni sulle modalità di assegnazione. Questo, purtroppo, sta esasperando gli animi".

La giornata di martedi 12 aprile

SANTA MARIA CAPUA VETERE (CASERTA), 12 APRILE 2011 - Chi vive la tendopoli di Santa Maria Capua Vetere dall'interno racconta di una coabitazione sempre più difficile tra i mille migranti accampati nella struttura casertana dove sono giunti provenienti da Lampedusa: con i tunisini, la stragrande maggioranza, e i marocchini divisi in clan che si azzuffano per accaparrarsi un paio di scarpe nuove fornite dalla Croce Rossa. Che siano scene tipiche di una guerra tra poveri, o ordinari episodi di bullismo per imporre la legge del più forte, si tratta di episodi che denunciano una crescente insofferenza. L'impossibilità per gli immigrati di uscire durante il giorno, e la conformazione della ex caserma Andolfato, contigua al carcere militare e protetta da un muro di cinta alto circa 5 metri, sul quale, peraltro, sono sistemati cocci di vetro, rendono la tendopoli troppo simile ad un luogo di reclusione. Nelle ultime quarantotto ore i tentativi di fuga (almeno uno sarebbe andato a buon fine) si sono moltiplicati costringendo le forze dell'ordine agli straordinari e acuendo la tensione interna. Così come le proteste per la mancanza di sigarette o per altri futili motivi legati alla vita nel campo. Segnali di insofferenza che la politica ha colto per evitare che la situazione possa degenerare come avvenuto a Lampedusa. Ieri, a conclusione della visita alla tendopoli, la senatrice del Pd Annamaria Carloni ne ha auspicato lo smantellamento perché - ha detto - troppo simile ad un carcere. Un'altra parlamentare del Pd, Pina Picierno, invita il ministro dell'Interno Maroni a chiarire se è vero che sarebbero state usate le maniere forti per reprimere tentativi di rivolta. Oggi in visita alla struttura casertana si è recata una delegazione del Consiglio Regionale della Campania guidata dal presidente dell'assemblea Paolo Romano. "Rispetto alle notizie diffuse nelle ultime ore - ha rassicurato Romano - la situazione é abbastanza tranquilla. C'é stato qualche piccolo problema ma niente di straordinario. Non ho visto un campo di concentramento o di detenzione, ma un campo organizzato benissimo". Tuttavia anche all'esponente campano del Pdl è chiaro che la situazione di Santa Maria Capua Vetere "non può essere una soluzione permanente". Dagli immigrati incontrati sono venute richieste spicciole per rendere meno monotona la permanenza nel campo. Richieste che verranno accolte: "Ci sono mille persone - ha ricordato Romano - cui va dato un minimo diversivo. Ci hanno chiesto un schermo per vedere qualche film e qualche televisore in più: solleciteremo la Prefettura perché si attivi, ma siamo disponibili anche come Consiglio ad intervenire. E' chiaro che non possono stare dalla mattina alla sera senza far niente in attesa che arrivino i permessi di soggiorno". "Obiettivamente - ha aggiunto il consigliere regionale Gennaro Salvatore - quando non si può valicare un cancello c'é una condizione di detenzione". L'auspicio di Salvatore, ma non solo, "é che si risolva tutto in pochi giorni di tenda".

 
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