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ALBERGO ANDOLFATO: LITIGI PER SIGARETTE, FERRARELLE NON PIACE, ACETO DISTURBA

La super-tendopoli attrezzata allestita nell'ex caserma Andolfato dove giungono ogni giorno viveri, vestiario e quant'altro: ma i tunisini, dal primo giorno, chiedono sigarette. Nuociono alla salute ma, paradossalmente, si fa di tutto per procurargliele


SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta), 12 APRILE 2011 (Casertasette) - La loro richiesta, sin dal primo giorno è stata quelle delle sigarette: se ne fece portavoce fra i giornalisti anche suor Rita Giaretta, della Casa di Rut, ma le centinaia di stecche portate prima dalla Caritas e dal vescovo Schettino non bastate appena mezza giornata. La preoccupazione non sembra essere il cibo (che arriva in gran quantità insieme a migliaia di bottiglie di acqua minerale - leggermente gasata e non) ma l'altro pane quotidiano: le sigarette. Per le quali si sono azzuffati diversi immigrati che da più di una settimana sono ospitati nella tendopoli in stile calamità naturale allestita nella mega struttura dell'ex caserma Andolfato. Malumori per sigarette ma anche per il cibo: non che non sia buono. La lamentela è su qualche condimento, come l'aceto, che disturba il palato di alcuni immigrati

Appalti nazionali per menu 'personalizzato' senza carne di maiale; migliaia di coperte, asciugamani, e vestiario in genere giunti anche attraverso la Caritas

Eppure per quest'improvviso fenomeno di immigrazione, si sono mobilitati tutti i settori e sembra non essersi badato a spese: dal noleggio dei pullman per il trasferimento da Napoli a Caserta; al noleggio di diversi furgoni della Maggiore impegnati per il trasporto anche di cibo e a vari appalti con ditte nazionali. La Caritas di Capua e Caserta ha fatto di tutto per allegerire la permanenza dei profughi: già nei primi giorni, sulla base anche di appalti nazionali sono arrivate pedane intere di acqua minerale (Ferrarelle e Natìa, la prima non gradita, a quanto pare da diversi immigrati come l'aceto che disturberebbe alcune pietanze); pasti completi personalizzati (senza carne di maiale) compresa colazione al mattino (cornetti caldi); migliaia di coperte, asciugamani e tanto vestiario anche intimo oltre a un maxi schermo che trasmette immagini via satellite dalla Tunisia.

Ospedale Melorio lavora all'80 per cento per gli immigrati

Nel campo all'avanguardia sono arrivati anche tanti tanti medicinali mentre la presenza di molti immigrati impegna 24 ore su 24 sia i medici presenti nella tendopoli che i medici del locale ospedale Melorio dove giungono in questi giorni, di continuo, diversi immigrati che lamentano qualche problema (infiammazioni, pruriti vari etc) o quelli che tentano di scavalcare il muro di 5 metri che, puntualmente, si procurano rotture di caviglie e fratture varie. Il problema però, sembra essere proprio quello delle sigarette, come evidenziato finanche da don Antonello Giannotti della Caritas, in qualche intervista rilasciata in tv: in questo momenti di tensione, le sigarette (che tutti sanno, nuociono alla salute) potrebebro essere una sorta di 'sedativo' per calmare gli animi, tant'è che qualcuno preferisce vendersi le scarpe e camminare scalzo pur di fumare.

La testimonianza di un volontario

«Continuano a dirci che a Lampedusa di sigarette gliene davano ogni volta che ne facevano richiesta», ha spiegato uno dei ragazzi impegnati come volontario all’interno della caserma, come si legge da quanto pubblicato l'altro giorno da Il Mattino. «Vengono tutti trattati benissimo – ha continuato il volontario – solo che alle loro insistenti richieste dovrebbe essere posto un argine altrimenti non si accontenteranno mai. Qualche giorno fa ho assistito a una serie di proteste davvero assurde. Le istituzioni non fanno mancare niente. Per loro c’è una scorta interminabile di acqua Ferrarelle e Natia. Ebbene, in tanti si sono lamentati perché la Ferrarelle non va bene. Non gli piace. Alcune associazioni continuano a scaricare prodotti di qualsiasi genere, sia alimentare che per l’igiene o l’abbigliamento. E loro si lamentano. Più gli viene assicurato e più pretendono».

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