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LAMPEDUSA, IN 480 A S. MARIA C.V. (CASERTA): IMMIGRATI CHIEDONO SIGARETTE


SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta), 4 aprile 2011 (Casertasette) - 'Vogliono sigarette, se avete sigarette diamogliele': così suor Rita Giaretta, responsabile della comunità casa di Rut, ha concluso la sua breve intervista con una decina di giornalisti all'esterno della struttura Andolfato di Santa Maria Capua Vetere dove poco prima aveva assistito gli immigrati giunti in pullman da Lampedusa. Per gli immigrati erano stati già preparati viveri, medicinali e pedane con migliaia di bottiglie di acqua minerale sistemate su un'autoarticolato.

La giornata

A bordo della nave San Marco da Lampedusa a Napoli e poi in bus fino alla ex caserma Andolfato di Santa Maria Capua Vetere (Caserta): lì, un po' spaventati e visibilmente provati, sono giunti i circa 480 profughi nordafricani che hanno trovato ospitalità nella struttura casertana allestita per decongestionare l'isola al largo della Sicilia. Per loro comincia oggi una nuova tappa della loro permanenza in Italia. Un'altra nave, la Excelsior, con a bordo ulteriori 500 profughi, è attesa nei prossimi giorni a Napoli. Ad ospitarli nella tendopoli considerata all'avanguardia, 120 tende, ciascuna della capienza di otto posti, altre strutture adibite a mensa, altre per il tempo libero e per la Croce Rossa, che gestisce il campo, per medici ed infermieri dell'Asl che assicurano assistenza continuativa per 20 ore. Circa 300 gli immigrati tunisini arrivati con tutti gli altri a Santa Maria Capua Vetere a bordo di dieci pullman che li hanno prelevati al molo 44 del porto di Napoli. Tutti sono stati sottoposti a visite mediche ed hanno occupato il posto nelle tende loro assegnate. Complessivamente il personale della Croce Rossa ha riferito di avere trovato gli immigrati in buone condizioni anche se provati dalla fatica. A loro sono stati distribuiti pasti preconfezionati, acqua minerale e altri viveri. A Santa Maria Capua Vetere i profughi, tra loro anche una decina di minori, giunti a Napoli con la nave San Marco sono stati accolti dal personale della Croce Rossa che li hanno accompagnati al posto sanitario per i controlli gestito dall'Asl di Caserta. A loro disposizione stati messi bagni allacciati alle fognature e dotati d'acqua calda e fredda. Gli immigrati sono stati rifocillati con pasti caldi e la Croce Rossa mette a disposizione propri mediatori culturali e interpreti "Si tratta di un campo all'avanguardia - dice Paolo Monorchio, coordinatore campano della Croce Rossa per l'emergenza immigrati - probabilmente il migliore d'Italia. Sappiamo che ci potranno essere problemi ma noi siamo pronti ad affrontarli e risolverli perché riteniamo che con la collaborazione è possibile aiutare queste persone". "Abbiamo chiesto alla Questura quale sia lo status di questi immigrati - aggiunge - ma non abbiamo ancora avuto risposte. Probabilmente la questione sarà più chiara tra qualche ora". "Dal canto nostro - conclude Monorchio - siamo pronti a dare supporto ai profughi per svariati mesi anche se ci auguriamo che la loro permanenza sia, per il loro bene, più breve possibile". Destinazione ospedale, invece, per tre profughi sbarcati con delle fratture pregresse alle gambe e alle mani. Impossibile avvicinare gli immigrati. Per loro parla un mediatore culturale. "Mi hanno detto - riferisce - che a Lampedusa hanno dormito per venti giorni all'addiaccio, che stanno bene e che non sanno dove li stanno portando". In serata subito il primo tentativo di fuga. Lo hanno messo in atto tre giovani tunisini. I fuggiaschi hanno messo l'una sull'altra le brande delle tende e sono riusciti così a scavalcare il muro di cinta in cemento della caserma che è alto 5 metri appoggiando i giubbotti per proteggersi dai cocci di vetro che ricoprono il muro. Ma una volta scesi dall'altra parte sono stati intercettati dagli uomini del servizio di vigilanza esterno che li riportati all'interno della tendopoli.

 
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