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AVERSA (CASERTA), ABUSI SESSUALI SU TRANS: DOMICILIARI A DUE AGENTI PENITENZIARI


AVERSA (Caserta), 10 marzo 2011 (Casertasette) - Due agenti di polizia penitenziaria in servizio nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa (Caserta) sono finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di violenza sessuale mediante abuso di autorita' ai danni di un internato transessuale della struttura. Gli episodi, risalenti al 2008, sono emersi dalle confidenze fatte dall'internato a una psichiatra dell'Opg. Le ordinanze di custodia agli arresti domiciliari, emesse dal gip di S. Maria Capua Vetere su richiesta della procura, sono state eseguite stamane dalla sezione di polizia giudiziaria del provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria. La vittima degli abusi - secondo l'accusa si tratterebbe di episodi di concussione sessuale - e' stata ascoltata piu' volte, anche in sede di incidente probatorio davanti al gip, ricostruendo alcuni episodi, cinque o sei, nel corso dei quali i due indagati, separatamente, avrebbero pressato l'internato transessuale per ottenere rapporti orali. Tali rapporti sarebbero avvenuti, secondo l'accusa, senza utilizzare la forza ma approfittando dello stato di soggezione della vittima e in ragione della posizione di autorita' rivestita dagli agenti. Uno degli episodi si sarebbe verificato nel corso di una perquisizione subita dal trans nella sua cella. La vittima, e' la convinzione degli inquirenti, era stata indotta ad accettare le richieste sessuali sia per il timore di ritorsioni, sia dalla speranza di ottenere un trattamento migliore ''in quell'autentico inferno che e' l'ospedale psichiatrico giudiziario'', ha detto ai magistrati il detenuto. In una nota firmata dal procuratore di S. Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, e dall'aggiunto Raffaella Capasso, si afferma che ''le condotte ipotizzate appaiono di particolare gravita' in quanto commesse nell'ambito di una realta' detentiva - come accertato nel corso di altre indagini sull'Opg di Aversa - assai piu' drammatica di quella carceraria''. L'attendibilita' della vittima, rilevano i pm, e' stata confermata da una perizia psichiatrica attraverso la quale si e' accertata ''la piena capacita' del soggetto di percepire e ricostruire correttamente la realta'''.
''Noi riteniamo importante che si accerti la verita' sull'episodio che ha portato all'arresto dei due agenti dell'OPG di Aversa''. Lo dice Dario Stefano Dell'Aquila, portavoce di Antigone Campania e componete dell'Osservatorio nazionale sulla detenzione. ''Abbiamo sempre invocato - aggiunge - chiarezza sulle morti e sulle condizioni dell'Opg di Aversa e pensiamo che questo episodio vada inserito in quadro piu' ampio. Di certo c'e' che dopo che le nostre denunce hanno trovato riscontro, prima nel rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e poi nelle visite della Commissione Marino, sarebbe stato opportuno un intervento istituzionale piu' deciso volto alla chiusura e al superamento dell'attuale modello di reclusione psichiatrica. A nostro avviso, c'erano tempi e modi per intervenire molto prima, garantendo la tutela di diritti fondamentali senza dover attendere interventi della magistratura. Finalmente, pero', oggi e' evidente a molti cio' che a noi e' parso chiaro da sempre. Questo luogo e' (e resta) un manicomio, non un ospedale, e come tale e' un luogo in cui i diritti sono sospesi''.

 
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