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SU "IL TEMPO" IL CARDINALE SEPE DI CARINARO RACCONTA PROSSIMI VIAGGI PAPA


"Laddove c'é una Chiesa che aspetta di essere confermata nella fede il Papa andrà". E' l'auspicio formulato dal cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, in un'intervista al quotidiano Il Tempo, che sarà pubblicata domani e di cui è stata data un'anticipazione. Rispondendo a Giuseppe De Carli, il card. Sepe ha ricordato il viaggio che Giovanni Paolo II avrebbe potuto fare lo scorso anno in Mongolia. "Ma la visita apostolica - dice - è solo rinviata". E nonostante i rapporti non facili della chiesa con la Cina comunista, il porporato fa sapere che a Roma studiano seminaristi e preti della cosiddetta Chiesa patriottica, fedele al regime. "La pluralità delle religioni è un dato di fatto - ha detto Sepe, il più giovane dei cardinali italiani, uno degli uomini chiave del grande giubileo del 2000 - ma il pluralismo religioso, come risposta alla questione della salvezza, è altra cosa. Le religioni non sono tutte vie di salvezza. Chi sostiene ciò ritiene che Dio sia come un sole al centro di diversi percorsi di avvicinamento 'via teocentrica' in opposizione alla 'via cristocentrica' o 'ecclesiocentrica'. I sostenitori di tale teologia ritengono che Cristo è normativo, ma solo per i cristiani... La Chiesa non può che dialogare con le culture per evitare che il seme del Vangelo finisca per inaridire. Ogni volta che la Chiesa ha accantonato o ridimensionato un dialogo tanto importante, ha pagato prezzi altissimi, evidenziando comunità cristiane zavorrate o accomodanti... Non basta evangelizzare le persone, occorre evangelizzare le culture che sono la coscienza degli uomini". Ricordando che il Terzo Millennio, secondo il Papa, - casertasette - sarà dell'Asia, Sepe ha detto che in quel grande continente "vive il 60% dell'umanità, cioé più di quattro miliardi di persone. Nell'era della globalizzazione la Cina e l'India sono due giganti. Persino l'economia si sta spostando verso quelle latitudini. Pensi a quello che può significare per la nuova evangelizzazione. C'é un compito sterminato perché si tratta di aprire varchi al Vangelo nel dialogo con religioni millenarie. Quanti sono i cattolici cinesi? Difficile dire una cifra. Sono, certo, comunità dinamiche e vive". Nei collegi di Propaganda Fide ha aggiunto ci sono anche seminaristi cinesi, anzi, da "un anno e mezzo abbiamo creato un nuovo Collegio, un Centro Culturale Asiatico dove ci sono sacerdoti e seminaristi della Cina, del Vietnam, del Myamar, del Laos". Alla domanda se nel futuro vedremo il Successore di Pietro in Mongolia, a Pechino, in Vietnam, in Cambogia, nel Laos, Sepe ha risposto: "Lo vedremo, probabilmente, anche nella Corea del Nord. Giovanni Paolo II non ha mai cancellato il viaggio in Mongolia. L'ha solo rinviato. E' uno dei sogni del Santo Padre vedere una Chiesa allo stato nascente, come nei primi tempi apostolici. Laddove c'é una Chiesa che aspetta di essere confermata nella fede, il Papa andrà". Sui progetti di Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione, il porporato ha detto di non essere "un sognatore per carattere e formazione. In Mongolia non c'era un cattolico, oggi c'é una cattedrale, un vescovo che ho consacrato, una gerarchia. Fra poco impianteremo la Chiesa in Azerbaijan. Una chiesa materiale e una casa di accoglienza per bambini con handicap. Mi sento, in questi casi, come la sentinella del mattino che scruta con ansia l'avvento di una nuova aurora. Una volta sola ho sognato, dopo una giornata ricca di tanti imprevisti. Una barca su un fiume che ad ogni ansa o riva si ferma e c'é qualcuno che pianta una croce. La croce del Signore in terre che non hanno mai sentito parlare di Cristo, che non conoscono il Vangelo. Non bisogna scoraggiarsi. Lo Spirito opera anche al di fuori del corpo visibile della Chiesa. Ma tante terre gemono e sono feconde, perché sono alla ricerca di Dio". Nell'intervista, Sepe, che è nato a Carinaro (Caserta) il 2 giugno 1943, ha raccontato anche aspetti della sua vita: "I miei genitori - ha detto con orgoglio - erano di origine contadina. Ho vissuto a contatto con gente semplice, decisa, laboriosa, onesta. Posso affermare che la mia vocazione è nata sulle ginocchia di mia madre perché mi ha raccontato che spesso, nella chiesa della parrocchia o nel Santuario della Madonna di Pompei, ha trascorso le nottate a pregare per i suoi figli. Quando ha saputo della mia scelta l'ha subito affidata a Maria". "Il mio è stato - ha aggiunto - un continuo zigzagare. Dio scrive diritto anche sulle righe storte della nostra vita e, per un caso o per la Provvidenza, nel 1972 entro nel servizio diplomatico della Santa Sede. Prima destinazione il Brasile. Poi in Segreteria di Stato, chiamato dal Sostituto, arcivescovo Giovanni Benelli. Assessore agli Affari Generali della Segreteria di Stato nel 1987". E' il trampolino di lancio per essere ordinato vescovo. Lo diventa nel 1992 come Segretario della Congregazione del Clero. Sepe diventa un personaggio mediatico e un infaticabile organizzatore. Il 3 novembre 1997 viene nominato Segretario Generale del Comitato e del Consiglio di Presidenza del Grande Giubileo dell'Anno 2000, "un momento di grazia". Segue in prima persona l'itinerario di preparazione all'Anno Santo e l'organizzazione dell'evento in tutte le sue articolazioni. La macchina giubilare é un successo clamoroso, e nel Concistoro del 2001 viene nominato cardinale. Due mesi dopo l'incarico-chiave di Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.

 
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