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VENDITA DI UN BIMBO SU ASSE CASSINO-CASERTA: IN MANETTE AVVOCATO DI AVERSA


AVERSA (Caserta), 17 gennaio 2011 (Casertasette) - Un bimbo di cinque mesi, venduto a Cassino per 25 mila euro a una coppia, attraverso l'intermediazione di due russi, un avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere - ma di Aversa e con studio nell'aversano - che, secondo l'accusa, avrebbe dovuto mettere a posto le cose subito dopo, e l'aiuto di due coniugi italiani. Le indagini dei carabinieri della compagnia locale incrociano pero' la 'compravendita', impedendo il versamento dell'ultima rata, 10 mila euro, e portando in carcere i due 'acquirenti' - l'estate scorsa - e le altre 6 persone coinvolte, oggi. E' una ventenne di origine ucraina e irregolare la mamma del piccolo. Mentre i due russi, un uomo e una donna di 45 e di 44 anni, incensurati e a loro volta da molti anni in Italia senza permesso di soggiorno, avrebbero favorito l'incontro fra la 'domanda' e 'l'offerta', e messo a punto il 'negozio', l'affare costruito sul neonato. A quanto trapela, i due coniugi che hanno comprato il piccolo non potevano avere figli: si tratta di una donna di 54 anni e di un uomo piu' giovane di nove, entrambi di origine rom, ma ormai in Italia da una vita; vivevano a Cervaro, dove erano titolari di un piccolo negozio. I due sono i primi, a luglio, a finire agli arresti, per la vicenda, e tutt'oggi scontano i domiciliari. Sei mesi dopo, le indagini sono andate avanti: i carabinieri di Cassino sono arrivati cosi' a incastrare la coppia di russi, la madre del bambino, che aveva portato avanti una gravidanza non desiderata, una coppia di italiani che avevano favorito il contatto fra la coppia che voleva avere un figlio e chi era, del tutto illegalmente, 'in grado' di procuraglielo. In manette anche un avvocato, che avrebbe dovuto procedere alla pratica di adozione, per mettere in regola la nuova famiglia. Le rate del 'contratto' prevedevano proprio il compimento di questo passaggio: i due genitori 'adottivi' avrebbero versato gli ultimi 10 mila euro solo alla fine del procedimento di adozione. Proprio i tempi lunghi della procedura avevano indotto pero' i russi a far pressione per provare ad ottenere subito il denaro. E' a questo punto che i neogenitori di Gennaro - cosi' avevano chiamato il piccolo - si erano trasferiti in un albergo di San Giorgio a Liri, per far perdere le loro tracce. Gli arrestati rispondono a vario titolo dei reati di soppressione di stato civile di minore e favoreggiamento personale. Sulla vicenda indaga la Procura di Cassino per capire se la banda fosse responsabile anche della vendita di altri minori in Italia.

 
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