XASERTA, DICEMBRE 2010 (Casertasette) - Si chiama «Sapucca» ed è l’acronimo di «Sharing Alternatives Practices for the Utilization of Confiscated Criminal Assets» il progetto per gestione dei beni confiscati alla camorra presentato questo mese, a Montecitorio, dal presidente centrista della Provincia di Caserta Domenico Zinzi. L’obiettivo dell’ente promotore del progetto (la Provincia di Caserta) è quello di definire ed esportare buone prassi per quel che concerne il riutilizzo dei beni confiscati anche nelle province di Catania e Pistoia, mentre la Bulgaria ha interesse ad apprendere tali buone pratiche per poterle poi applicare, realizzando un processo di rinnovamento nel campo della legislazione in materia di procedure di confisca e riutilizzo dei beni frutto di attività criminali. Il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie, che vengono restituiti alle comunità in cui essi sono allocati, avviene attraverso il coinvolgimento di tutte le componenti sociali (Enti, associazioni), accogliendo le loro diverse proposte. Viene applicato il modello “Ricerca-azione”, che prevede proprio una forte condivisione con i rappresentanti delle comunità in merito alla destinazione sociale dei beni confiscati. Un metodo, questo, già sperimentato in provincia di Caserta con l’Osservatorio provinciale sui beni confiscati. Alla presentazione del progetto, insieme a Zinzi c’erano il leader dell’Unione di Centro, Pierferdinando Casini (che sarà domani a Caserta); l’assessore provinciale ai Rapporti con l’Ue, Marco Cerreto; il capo di gabinetto e dirigente del settore Programmazione e Programmi Comunitari, Emilia Tarantino; il presidente dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Mario Morcone; il prefetto di Caserta, Ezio Monaco e il procuratore aggiunto della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Luigi Gay. L’iniziativa, illustrata anche a mezzo di una brochure patinata bilingue: italiano-inglese, annovera come partner anche le province di Catania, di Pistoia e la Bulgaria. Nel corso della presentazione romana, il prefetto Morcone ha informato, tra l’altro, che già «160 ettari delle terre che erano di Sandokan» (Francesco Schiavone, esponente di spicco del clan dei Casalesi N.d.r.r) sono state acquisite per essere riutilizzate «per fini sociali» visto che erano il «motore economico della zona». Luigi Gay, procuratore aggiunto della Procura di Santa Maria Capua Vetere, ha spiegato che questo progetto servirà come «esempio di sinergia tra le istituzioni» visto che secondo Morcone dovrebbero partecipare alla gestione dei beni sequestrati alla mafia, tra l’altro, anche province, comuni, prefetture. «Questa iniziativa – ha detto Casini - nasce con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra le istituzioni ed è un processo che deve andare avanti. Anche in un momento di polemica politica come l’attuale è bene che governo e opposizione lavorino insieme per contrastare la criminalità organizzata così com’è successo con il ‘pacchetto sicurezza’». «Qualsiasi nuovo governo che arriverà – ha proseguito il leader centrista - dovrà fare in modo che lo Stato non abbandoni il territorio. Questo non può essere lasciato alla criminalità organizzata».


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