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MUORE SU CAMPO DI CALCIO A CASERTA, SALMA A CASA:LE ASL NON SI METTONO D'ACCORDO


CASERTA, 10 NOVEMBRE 2010 - Nessun funerale per Pasquale Iarrobino, 53 anni, morto di infarto lo scorso lunedì sera, mentre giocava a calcio, in un campo a Caserta. Dopo l'accertamento, da parte del medico legale, della morte avvenuta per cause naturali, la salma è stata trasportata a Napoli, dove risiedeva, con un carro funebre che la polizia, accorsa sul posto, aveva provveduto a contattare. Oggi, però, giorno in cui si sarebbero dovuti celebrare i funerali, i familiari hanno appreso che manca un certificato per poter procedere. "Manca un certificato delle autorità sanitarie - spiega Antonella Castellano, familiare dell'uomo - Le Asl Napoli 1 e Caserta non si mettono d'accordo su chi abbia la competenza per fornire questo certificato". E così la salma di Iarrobino, portiere dello stabile in cui risiedeva, giace dallo scorso lunedì nella sua casa. Da questa mattina, un fratello dell'uomo è a Caserta, raccontano i familiari, "per capire cosa possiamo fare". Un andirivieni, spiegano, tra Comune, Questura e Asl perché nemmeno loro si spiegano il motivo dell'assenza di questo certificato. "Pasquale giocava a pallone due volte a settimana - racconta Francesco, che era con lui quando l'uomo è morto -. All'improvviso si è piegato in due e si è accasciato al suolo. Abbiamo chiamato subito un'ambulanza e quando i paramedici sono arrivati hanno messo in atto le manovre di rianimazione, ma ormai non c'era nulla da fare". Dopo l'arrivo di polizia e medico legale, il ritorno a Napoli. "Pensavamo che fosse tutto a posto - aggiunge Castellano - e invece stamattina l'agenzia di pompe funebri non ci ha portato nemmeno la cassa". I familiari raccontano anche di un'altra circostanza strana che sembra impedire a Iarrobino di essere sepolto. "Nella chiesa di Santa Maria alla Cesarea, a Materdei, manca il parroco - lamentano - E se il funerale non si svolge alle 10 del mattino, non si può più celebrare. Ci è stato detto che, nel caso, la salma avrebbe avuto la benedizione di un diacono".

 
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