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REATI SESSUALI, CASO SARAH E IMPATTO MEDIATICO: PARSI INTERVIENE A CORSO FORENSE

Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, psicopedagogista e scrittrice: 6 libri all'attivo, è intervenuta al Corso di Criminologia Forense organizzato dall'Osservatorio Giuridico Italiano (sezione di Santa Maria Capua Vetere, rappresentata dagli avvocati Giulio Amandola, Tiziana Barrella e Lucia Di Bello) in stretta collaborazione con l'Ordine degli Avvocati del foro guidato dal presidente Elio Sticco


SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta), 16 ottobre 2010 - (BS per C7) - “Quando si parla di certi casi delicati bisognerebbe pensare all’effetto ‘scia’ che provoca. Quando un caso, seppur drammatico e tragico diventa un’occasione reiterata e ripetuta di riproposta costante di: vedere una madre in quelle condizioni, assistere a momenti intimi o sfoghi di persone o parenti che appaiono in un certo modo, insomma veicolare una doppia tragedia familiare come ce ne sono state tante altre, si arriva ad un tam-tam che slatentizza persone e situazioni gravi e minacciose. Quindi si rende un servizio che in un certo modo favorisce un clima di violenza, di abusi e dobbiamo stare attenti a quello che accadrà poi a breve”. Lo ha detto, riferendosi al caso di Sarah Scazzi, la psicoterapeuta, psicopedagogista e scrittrice Maria Rita Parsi, a margine del suo intervento al Corso di Criminologia Forense (profili giuridici, criminologici e di psicologia giuridica) organizzato dall’Osservatorio Giuridico di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) in stretta collaborazione con l’Ordine degli Avvocati guidato dal presidente Elio Sticco. Parlando ad una folta platea di avvocati, professionisti, addetti ai lavori e operatori del settore presenti alla scuola forense “Fest”, la Parsi ha affermato che quando si insiste più volte su argomenti, dettagli e particolari di casi del genere, si distrugge un tessuto di energie positive. Dunque – ha proseguito la Parsi - ben venga la notizia che spiega quanto accaduto e la sua origine di come si è generato l'episodio, senza che tutto l’orrore venga trasformato in spettacolo. In questo caso l’effetto scia renderà più agevoli e più normali delle situazioni che sono aberranti”. La psicoterapeuta ha anche approfondito il tema dei reati sessuali, delle complicità, dei silenzi che si formano attorno ai protagonisti delle violenze oltre che le incomprensioni verso chi diventa vittima dell’abuso. “Il reato sessuale è il culmine di una serie di situazioni che vanno prevenute, capire il problema prima che esploda – ha detto la scrittrice – i mezzi ci sono ma in questi casi chi deve farlo pensa ad occuparsi di tutt’altro: quando capita un incidente stradale, per prima cosa bisogna salvare la vittima e non già occuparsi delle dinamiche dell’incidente”. Citando alcuni casi di cronaca (quello di un giovane che uccise i suoi genitori perché continuamente mortificato o quello di una ragazza incinta che aveva detto a tutti di essere ingrassata e che poi partorì e gettò il neonato), la Parsi ha affermato che non sempre chi fa violenza sugli altri ha subìto violenza: “anzi, questo luogo comune, che spesso si cita, arreca danni a tante vittime che con grande sacrificio cercano di riscattarsi e di vivere una vita normale”. La psicoterapeuta ha anche parlato del distacco dal grembo materno: “I maschi, alla nascita, perdono il corpo della madre, un grande distacco che li spinge a rientrare nei corpi delle donne. Il fatto che gli uomini pensino costantemente al corpo delle donne non è un problema di secondaria importanza. Loro, il corpo della madre – diversamente dalle – non ce l’hanno. Il pensiero che gli uomini hanno, costante, dei corpi delle donne è il pensiero del ritorno al corpo della madre. Si tratta, per l’uomo, di un desiderio-ricordo dell’amore avuto, di quella possibilità che ha avuto di crescere, rispettato e, se ha avuto una educazione nella crescita, in modo da avere un’identità di genere sessuale al maschile nel rapporto di distacco con la madre e di crescita e identificazione con il padre, tutto ciò è positivo. Questo è il regalo dell’identità sessuale di genere: se questo non è avvenuto, molte possono essere le problematiche o disagi che devono essere riparati con la conoscenza di se stessi, con una buona educazione sessuale e anche con il confronto con l’altro o anche apprendere un’educazione sentimentale attraverso la lettura o attraverso la poesia, che ingentilisce. Queste non sono stupidaggini”. Il corso dell'Osservatorio Giuridico Italiano (Sezione di Santa Maria Capua Vetere rappresentato dagli avvocati Giulio Amandola, Tiziana Barrella e Lucia Di Bello) prevede nove incontri che si concluderanno a fine novembre.

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