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IN PROVINCIA DI CASERTA IL PAESE CON UN SOLO ABITANTE


C’era una volta Croce, piccola frazione di Rocchetta, con cui formava il comune. Croce, un paese senza delizia: un destino segnato dal nome. Meno di quaranta km, e dalla sontuosa Reggia di Caserta, ci si trova di fronte uno spettacolo che dire desolante, è usare un eufemismo. Un paese senza abitanti, fuggiti da un girone infernale. Il paese di nessuno! Sono bastate queste prime quattro righe del pezzo, (segnalato da Giuseppe Sangiovanni, giornalista free lance di Caiazzo), finito sulla scrivania di Vittorio Feltri, per convincerlo ed entusiasmarlo, tanto da indurlo a mandare da Milano, Lucia Esposito: inviat di punta, del giornale meneghino. Giunta puntualissima ieri, nello sperduto borgo casertano- negli anni abbandonato dai 120 abitanti. Per capire, approfondire meglio, il perché della lunga ed inarrestabile migrazione, rifiutata per anni da Domenico Migliore, pensionato di 73 anni e Carlo Izzo, muratore di 62 anni, poco disposti a lasciare il luogo natio: custodi e sentinelle del paese, fino a sette mesi fa-quando Domenico fu ridotto in fin di vita da un ladro, che gli portò via i 400 euro, della pensione, da qualche giorno riscossa. Costretto dopo quella brutta esperienza, ad alzare bandiera bianca- costretto a lasciare l’amato paese, e rifugiarsi dalla figlia: lasciando così a Carlo lo scettro di regnante unico. Un paese-gulag, da cui sono scappati tutti. Un solo abitante, cinque cani ed un gatto! Una vera Croce, abitare a Croce: difficile per chiunque accettare l’assenza assoluta di servizi e mezzi pubblici, nessuna scuola, nessun medico, nessun ufficio comunale, nessun negozio. Una frazione cancellata, crocefissa e flagellata dalle istituzioni: un girone infernale per tutti, giovani, bambini, anziani. Tutti scappati. VIAGGIO CON IL NOTES NEL PAESE ABBANDONATO Quarantacinque minuti da Caserta: dopo aver lasciato alle spalle, Pontelatone e Formicola- e una dozzina di tornanti, raggiungiamo la meta. C’infiliamo in un vicolo, per entrare nel borgo. Una stradina angusta, percorsa per venti metri. Di esseri umani, nemmeno l’ombra. Cercarne è inutile. E’ la conferma, siamo a Croce, il paese fantasma. Della toponomastica, nessuna traccia. Non un’insegna di un bar, di un generi alimentari, di un negozio. Nessuna cabina telefonica. Isolato dal mondo. Vecchi portoni chiusi col catenaccio. Andiamo avanti, identica scena. Tutto chiuso. L’acqua, l’incuria hanno fatto del paese tabula rasa. Dopo ventidue minuti, il primo incontro: è un bastardino, “solo come un cane” che abbaia, alla nostra vista. La desolazione, continua: gli unici rumori sono i click della digitale. Ci fermiamo, le uniche voci, sono le nostre. Il sole, comincia a calare- la delusione per non aver incontrato l’unico residente, è palpabile nelle nostre facce. “Ancora cinque minuti e andiamo via”- recitiamo sincronizzati. Da quei minuti di ulteriore pazienza, il premio. A quindici metri da noi, sbuca da un portone, un uomo: coppola in testa, indossa un jeans, un maglione e giaccone leggero, nonostante la neve, ancora presente. Non può che essere lui, l’ultimo abitante del paese. Ci guarda, rallenta il passo, non gradisce la nostra intrusione. Ci avviciniamo, per chiedere conferma. E’ lui, il signore, padrone, la sentinella del borgo. Si chiama Carlo Izzo, 62 anni (foto appoggiato al muro), di mestiere muratore- rimasto qui per scelta o necessità. Difficile capirlo. Molte domande, poche risposte, sulla faccia bruciata dal sole, due occhi azzurri, spenti, che si abbassano. Ci evitano. Facciamo una foto per il giornale? Invisibile cenno di assenso. Il tempo di un click, e via. “Questi…stranieri, mi hanno rovinato il pomeriggio”- la nostra simultanea lettura. Si gira, e senza dire una parola, sale i gradini di pietra viva del vicoletto, scomparendo nel portone, vigilato dall’amico cane, che abbaia in segno di riconoscenza, per la ritrovata compagnia. Solo con e come un cane! La missione è compiuta. Scendendo a valle, scopriamo che nel week-end, la popolazione “triplica”- per l’arrivo di due turisti della domenica, nominati sul campo, qualche tempo fa, unici feudatari del borgo, dall’amico cronista, a scapito dell’unico, vero abitante di Croce. Carlo Izzo, cancellato da cronisti non troppo attenti.

 
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