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MORTE GENERALE NIGLIO: CON LUI, A CASERTA I CRONISTI SEMPRE SULLA NOTIZIA


Gennaro Niglio, il generale dei carabinieri morto questa mattina in seguito alle ferite riportate in un incidente automobilistico, era considerato un ufficiale dal piglio duro: a Caserta, quando comandava il "Gruppo" i cronisti che hanno avuto il piacere di essere continuamente "bombardati" dalle incessanti operazioni anticrimine, lo ricordano con affetto. Con lui (e insieme all'altro Gennaro, il capo della Mobile Rega scomparso prematuramente) si era sempre sulla notizia. Erano gli anni Novanta. Niglio era passato dalla lotta alla 'ndragheta, all' antieversione, passando per i controlli anti doping, fino a toccare le cosche mafiose siciliane. Nella sua carriera aveva anche ingaggiato un conflitto a fuoco che aveva portato alla cattura di due latitanti. I suoi collaboratori erano affascinati dal carisma che infondeva e dalla professionalità investigativa e di comando che aveva. A Palermo era arrivato lo scorso settembre ed aveva cercato di dare subito nuovi impulsi alle inchieste su Cosa nostra e a quelle per la ricerca dei latitanti. Si stava adoperando per inviare un maggior numero di militari in alcune compagnie dell' Isola e in alcuni reparti investigativi che hanno sofferto della carenza di personale per portare a compimento indagini delicate. Disponibile, persona perbene, ha gestito con grande professionalità le inchieste effettuate dal nucleo operativo di Palermo sulle talpe alla Dda, in cui sono stati arrestati anche due carabinieri. Niglio, prima di approdare a Palermo era stato al comando dei Nas, i nuclei antisofisticazioni dell' Arma. Napoletano, già in servizio a Nocera Inferiore, Caserta e Reggio Calabria, Niglio ha ricoperto ruoli di primo piano anche nei Ros a Roma(casertasette). Nato ad Ercolano (Napoli) nel 1949, aveva frequentato prima la scuola Militare "Nunziatella" e poi l'accademia militare di Modena. Conseguito il grado di tenente, era stato destinato prima alla scuola sottufficiali di Velletri e poi alla Legione di Catanzaro, in qualità di Coordinatore delle squadriglie. Ha comandato la tenenza di Serra San Bruno e le Compagnie di Roccella Ionica e di Nocera Inferiore. Promosso Maggiore, ha comandato la sezione criminalità organizzata del reparto operativo di Roma; nei gradi di tenente colonnello e Colonnello ha retto i comandi provinciali di Caserta, Napoli e Reggio Calabria. E' stato Comandante del reparto Antieversione del Ros e poi comandante nazionale dei Nas. Era laureato in Giurisprudenza e in Scienze della Sicurezza, ed era stato decorato della Medaglia d' argento al valor militare per aver ingaggiato un conflitto a fuoco conclusosi con la cattura dei latitanti nelle campagne del Nocerino-Sarnese.

 
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