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DROGA: SEQUESTRATA UN CHILO DI COCAINA AL "CONIGLIO" DELLA VENTURA


Un chilo di cocaina pura è stato sequestrato dalla polizia nel tardo pomeriggio, in via Petrarelle, una delle zone di nuova espansione di Caserta. La droga era contenuta in un sacchetto di plastica che un pregiudicato, Antonio Della Ventura, 40 anni, detto "o coniglio" aveva dissotterrato accanto ad un albero, nel giardino antistante la propria abitazione. Della Ventura, ritenuto affiliato al clan camorristico 'Belforte' di Marcianise, una potente organizzazione operante tra il Capoluogo ed i comuni limitrofi , secondo la polizia, era il referente del clan a Caserta per il rifornimento della droga a spacciatori del capoluogo. Agenti della Squadra Mobile lo cercavano da qualche giorno per notificargli un ordine di cattura per una condanna ad un pena definitiva di oltre tre anni e mezzo di reclusione per detenzione e porto di armi e munizioni. Si erano, perciò, appostati nelle adiacenze della sua abitazione con auto civetta in attesa dell'intervento per catturarlo. Della Ventura ,però, prima di entrare nel portone di casa è entrato nel giardino per recuperare la busta contenente la cocaina, e quando, avvertito dalla moglie che lo aspettava affacciata alla finestra, si è accorto della presenza dei poliziotti ha tentato di disfarsi della cocaina ed è fuggito. Gli agenti lo hanno, però, bloccato poco dopo e, successivamente chiuso nel carcere di S. Maria Capua Vetere. L'arrestato è in particolare accusato insieme con i capi dell'organizzazione, i fratelli Domenico e Salvatore Belforte, di avere tentato di uccidere nel '98 a Monza, in occasione del Gran Premio Automobilistico i fratelli Achille ed Angelo Piccolo, ritenuti al vertice del clan dei 'quacquaroné l'altro clan operante tra Marcianise e Caserta. L'attentato fallì perché i Piccolo non si recarono a Monza ed anche perché, attraverso intercettazioni telefoniche i carabinieri riuscirono a scoprire il piano disposto dai Belforte. Per il duplice tentato omicidio uno dei due fratelli Belforte, Salvatore, è stato condannato a sei anni di reclusione. Provvedimento che il capo della Mobile casertana, Olimpia Abbate ha notificato lo scorso venerdì al boss, che proprio quel giorno avrebbe dovuto essere scarcerato.

 
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