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CASAL DI PRINCIPE (CASERTA) SI RIBELLA: NON SIAMO TUTTI CAMORRISTI


CASAL DI PRINCIPE (CASERTA), 19 APRILE 2010 - "Non siamo il paese della camorra. Non vogliamo più portare questo marchio infamante". Dinanzi alla sede del Pdl a Casal di Principe (Caserta), dopo la perquisizione disposta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli si è radunato un gruppo di simpatizzanti del centro destra per esprimere "vicinanza e sostegno ai candidati". "Ora basta, lo Stato punisca chi è responsabile dei crimini - aggiunge un professionista che preferisce però rimanere nell'anonimato - ma questa comunità deve avere il rispetto che merita". La notizia delle perquisizioni ha fatto immediatamente il giro del paese: 22 mila abitanti, tantissime imprese edili impegnate non solo in Campania ma anche nelle regioni del nord Italia. "Vi pare mai possibile che solo perché siamo di Casal di Principe - aggiunge un anziano imprenditore - dobbiamo essere sistematicamente discriminati?". I racconti risalgono a decenni fa quando a dire di quanti ora sono dinanzi al comitato elettorale del Pdl, andava fatto un intervento radicale impedendo a qualche malavitoso "di fare i suoi affari e di rovinare la reputazione di una intera comunità". Racconti di storia di fuga verso il nord Italia, di gente che decide di far nascere altrove i propri figli oppure di prendere la residenza in un altro comune del circondario. "Ogni volta che diciamo che siamo di Casale c'é un senso di meraviglia, uno stupore incomprensibile", confessa un giovane avvocato. "La soluzione? Mettessero un muro intorno al paese, e nominassero un commissario permanentemente se ritengono che noi non siamo in grado di amministrarci. In questa competizione ci sono tanti professionisti seri che ci hanno rimesso la faccia", aggiungono i supporter del centrodestra.

 
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