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CONCUSSIONE IN COMUNE A SESSA AURUNCA: RIESAME DICE NO A BECCHIMANZI


SESSA AURUNCA (CASERTA), 6 APRILE 2010 - (di Ferdinando Terlizzi<7i>) – Resta in carcere l’ingegnere Sergio Becchimanzi, ( 59 anni, residente ad Aversa) dirigente del Settore Lavori pubblici del Comune di Sessa Aurunca, arrestato il 9 mazo scorso, nel suo ufficio, mentre intascava una tangente di 500 euro da un imprenditore locale. L’accusa contestata al funzionario è di concussione. Nel primo interrogatorio il Becchimanzi ha cercato di dare una “logica” spiegazione al possesso della piccola somma, adducendo il fatto che non si trattava di una richiesta da lui avanzata, bensì di una “dazione” spontanea dell’imprenditore che aspirava ad ottenere una veloce liquidazione della spesa per i lavori eseguiti e nello stesso tempo accattivarsi la sua benevolenza per lavori successivi. Il Tribunale del Riesame ( o tribunale della libertà ) non lo ha creduto e nonostante le valide argomentazioni addotte dai suoi difensori, gli avvocati Giuseppe Stellato e Claudio Sgambato ha rigettato l’istanza di libertà, rifiutando persino l’alternativa degli arresti domiciliari. Non è stata ancora depositata la motivazione dei giudici ma si può ben argomentare che il diniego è dovuto, sia alla personalità dell’imputato ed alla carica che ricopriva, e sia motivato dalla ipotetica possibilità di inquinare le prove nonché la reiterazione del gravissimo reato. Pare che il suo denunciante ( una piccola ditta edile, che esegue spesso i lavori di somma urgenza, che come è noto non hanno bisogno di un iter burocratico lungo e possono essere affidati a trattativa privata, direttamente dal funzionario preposto) ha dichiarato che non era la prima volta che era “costretto” a versare “mazzette” e che il predetto funzionario non era l’unico. Ma la vicenda è apparsa a tutti paradossale per il fatto che il Becchimanzi, ( assunto dal sindaco Elio Meschinelli e licenziato dal successore Luciano Di Meo ) tempo addietro era passato per un “moralizzatore” ed anzi aveva presentato una circostanziata denuncia scoprendo il coperchio del malaffare comunale. Certo, la gente è contenta che – finalmente – le manette sono arrivate nel palazzo municipale, ma auspica che i rappresentanti della Fedelissima vadano a controllare supermercati che sono allocati in terranei che risultano accatastati come garages, oneri concessori non incassati, per migliaia di euro, distributori di benzina costruiti in totale difformità, nei pressi di corsi d’acqua, concessioni di “diversa destinazione d’uso” per locali da adibire a ristorante, Consorzi con convenzioni con il comune scadute ( camuffate con l’inizio dei lavori con la semplice presenza delle ruspe per il movimento terra) e quant’altro di illegale serpeggia negli stanzoni comunali. Ma noi crediamo che sarebbe opportuno indagare più a fondo su tutto quanto denunciato dal Becchimanzi, che non può essere tutto frutto della sua fantasia come pure sia possibile anche che sia scattata una trappola nei suoi confronti onde mascherare il malaffare da lui denunciato. Se ne parlerà al processo. Quindi, come dicevamo, la vicenda, anzi la scandalosa vicenda, inizia il 24 ottobre del 2007, allorquando l’ing. Sergio Becchimanzi, assistito dal suo difensore di allora, l’avvocato Antonio Tommasino, presenta una circostanziata denuncia alla Procura della Repubblica contro il segretario comunale dr. Lorenzo Capoano, accusandolo di abuso di ufficio ( per averlo drasticamente sostituito dal suo incarico di capo settore dell’ufficio tecnico ) e di lesioni personali. In particolare l’ing. Becchimanzi – nel suo esposto querela – evidenziava il fatto di essere stato oggetto di una “attività persecutoria” da parte degli organi amministrativi operanti all’interno del Comune di Sessa Aurunca ( nel settore tecnico esiste una vera e propria mafia di colletti bianchi che da anni, restando impunita, gestisce a suon di tangenti l’intero apparato) per essersi lo stesso rifiutato di assecondare “il modus operandi” del perverso meccanismo di gestione della macchina amministrativa fatta di accordi preconfezionati, appalti pilotati, progetti creati ed attribuiti a misura di biechi speculatori senza scrupoli, di lavori pubblici realizzati attraverso contabilità inadeguate. In secondo luogo l’ing. Becchimanzi smascherava l’occulto progetto secondo il quale “mediante l’allontanamento di un integerrimo ed esemplare dirigente, allorchè non piegatosi alla logica fatta di illiceità delinquenziale, veniva destituito dalla propria carica, non affinchè tale funzione fosse affidata ad un dirigente maggiormente competente per ottenere una più corretta tutela degli interessi pubblici, ma solo per essersi rifiutato di pilotare, (sotto pressione di alcuni esponenti della classe politica sessana e nello specifico un Consigliere ed un Assessore Comunale ) una gara per interventi fognari e depurativi. Queste parole – oggi – hanno un significato diverso ma allora fecero rumore. Il 12 aprile del 2008, il piemme Dott.ssa Fabrizia Pavani, presentava richiesta di archiviazione della prima denuncia, relativamente alla sostituzione dall’incarico del Beccamanzi e l’avv. Antonio Tommasino impugnava davanti al Gip con una serie di valide argomentazioni. Intanto il funzionario otteneva una sentenza in sede di lavoro ( Dottoressa Ruggiero ) a lui favorevole per la reintegra e presentava una seconda gravissima denuncia. Nel secondo esposto-denuncia, l’ing. Becchimanzi scoperchiava la pentola della malversazione amministrativa ed evidenziava, tra l’altro, che “fondi pubblici spartiti a misura di interesse personale, di progetti approssimati per eccesso al fine di depauperare i cittadini dei proprio soldi e di ottenere vantaggi elettorali, di parcelle inverosimili versate a professionisti compiacenti, di trattative private per apportare le indispensabili correzioni ed integrazioni alle progettazioni non esecutive e cantierabili, di ricorso indiscriminato all’uso di perizie di variante, al fine di ottenere somme di denaro sempre maggiori”. L’ingegnere Sergio Becchimanzi nel suo secondo esposto indicava anche le opere che, secondo lui, erano da approfondire per marchiani imbrogli quali…” l’intervento di manutenzione straordinaria dei canali di bonifica del comprensorio del Consorzio di Bonifica Aurunca, con le gravi illiceità derivate ed i propri occulti personaggi sotto forma di società, di privati professionisti ed altro. Il progetto PIT di riqualificazione della zona di Baia Domizia, dove all’inadempienze varie si sommavano le perizie di variante e la contabilità oltre che la spesa pubblica gonfiata al’eccesso”. Ma quello che appare veramente sconvolgente è quanto evidenziato dall’avvocato Antonio Tommasino, nella sua istanza di opposizione al’archiviazione ( procedimento penale n° 15536/07 R.G). “Sullo sfondo una tale straordinaria denuncia - ( riferito a quanto denunciato dal suo assistito ing. Sergio Becchimanzi - n.d.r.) – di associazione a delinquere ai fini di corruzione, concussione, peculato, distrazione di denaro pubblico, e di quanto altro possa essere esecrabile e massimamente biasimevole, oltre che perseguibile per legge, si innesta, come un corvo nero, l’ombra che annebbia la luce vivifica delle norme che regolano non solo la pubblica amministrazione ma addirittura un principio di civiltà giuridica: gli interessi della collettività”.- A chiosatura finale, l’ing. Becchimanzi, accusava, senza mezzi termini, i suoi diretti superiori e chiariva del perché del suo allontanamento. “Voglio riferire inoltre – scriveva nella sua denuncia – “il motivo che ha fatto decidere per la mia “destituzione”. Si tratta della gara per interventi fognari e depurativi attualmente in corso di svolgimento. L’Amministrazione mi ha fatto pressione per favorire una ditta concorrente, ma mi sono dimostrato assolutamente indisponibile per una valutazione diversa da quella equa per qualsiasi concorrente. Il risultato è che l’Architetto Gabriela Landi, appena nominata Capo Settore al mio posto, ha creduto di escludermi subito, sia come presidente che come commissario di gara. E’ stata la somma di tali fattori e la mia concreta indisponibilità che ha fatto decidere per mettermi subito fuori come Capo settore senza aspettare, stranamente neanche la data del 31/12/07, alla quale sono state prorogate le altre nomine di capo settore. Ritengo, infatti, che la mia destituzione sia finalizzata a liberare un posto di lavoro da far occupare a qualche persona che più opportunamente consenta un controllo o meglio una gestione politico-clientelare di un settore importante come quello dell’Ufficio Tecnico”.

 
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