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AMORE E DELITTI, OMICIDIO BRASILIANA: IMPUTATO CASERTANO SI DIFENDE


CAMPOBASSO, 2 FEBBRAIO 2010 - "Non ho niente da nascondere, Marinalba non l'ho uccisa io". Al processo per il delitto della prostituta brasiliana Marinalba Costa Silva oggi, per la prima volta, ha preso la parola l'unico imputato per l'omicidio, Ignazio Fortini, geometra di Letino (Caserta), fornendo un alibi per il giorno del delitto, il 6 marzo del 2008, avvenuto nel piccolo appartamento che la donna occupava nel centro di Isernia. Il giovane, che è detenuto da un anno e mezzo a Isernia, città teatro dell'assassinio avvenuto all'inizio del 2008, è stato sentito a Campobasso dalla Corte d'Assise che lo sta giudicando per circa un'ora e mezza. Davanti ai giudici ha respinto ogni addebito ribadendo la sua innocenza. Fortini ha ricostruito cosa fece il sei marzo del 2008, giorno del delitto. Al mattino lui e suo cugino infatti si recarono nel monolocale del centro storico dove la vittima si prostituiva e qui ebbero separatamente rapporti sessuali con lei. "Da Marinalba sono stato due volte, ha detto il giovane in aula - ci sono tornato perché avevo un debole per le brasiliane". Quindi ha fornito la sua versione dei fatti in merito a due elementi chiave dell'inchiesta. Il primo è quello del movente del delitto; secondo l'accusa Fortini uccise la brasiliana perché deriso da lei dopo una prestazione sessuale deludente dovuta forse ad una eiaculazione precoce. "Io ho avuto tante donne - si è difeso l'imputato - e sono stati sempre rapporti normali. Non sapevo nemmeno fino a qualche tempo fa cosa fosse l'eiaculazione precoce e in carcere, per capire, mi sono dovuto documentare. Non ho nessuna malattia". Secondo elemento chiave nelle mani dell'accusa è quello del telefonino della vittima che sarebbe stato regalato da Fortini ad una ragazza che frequentava in quel periodo. "Del telefonino di Marinalba io non so niente - ha detto il geometra alla Corte - non l'ho preso io dalla casa del delitto". Quindi ha parlato dei rapporti con la ragazza che sostiene di aver ricevuto da lui quel cellulare. "Non ero innamorato di lei - ha detto - non mi piaceva e non volevo stringere un rapporto. Ci vedevamo solo per il sesso. Quando ho interrotto i contatti mi mandò un messaggio dicendo 'te la faro' pagaré, ma forse era una frase dovuta solo alla rabbia di quel momento". Infine Fortini, rispondendo a domande su altre persone che avevano avuto contatti con Marinalba, ha detto: "Non voglio puntare il dito contro nessuno". Il processo proseguirà il 9 e i 16 febbraio per ascoltare diversi testimoni.

 
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