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CASERTA CRONACA E NOTIZIE WEEK- END: I FATTI DELLA SETTIMANA


CAMORRA, PREMIATI GIORNALISTI

CASERTA, 22 GENNAIO 2010 - Si è tenuta oggi nella Sala Caduti di Nassirya del Consiglio Regionale della Campania la premiazione organizzata dalla Commissione Regionale Anticamorra a giornalisti distintisi per l'impegno contro la criminalità organizzata. All'iniziativa sono intervenuti, tra gli altri, Virman Cusenza, direttore del Mattino, Rosario Cantelmo, sostituto procuratore della Repubblica di Napoli, Guido Longo, Questore di Caserta, Ottavio Lucarelli, presidente dell'ordine dei giornalisti e Gennaro Mucciolo, vicepresidente del Consiglio Regionale. "Quello di oggi - ha affermato Luciano Passariello, presidente della Commissione Regionale Anticamorra - è stato un atto dovuto che la Commissione Anticamorra ha voluto riconoscere ai giornalisti che giorno dopo giorno sono schierati in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. In una terra come la nostra c'é bisogno di un impegno comune e continuo di tutti, giornalisti, forze dell'ordine, magistratura, politica e soprattutto società civile. Solo procedendo tutti uniti possiamo avere la possibilità di debellare la camorra e riappropriarci del nostro territorio". Questi i giornalisti premiati: Barbara Cangiano, Rosaria Capacchione, Rosaria Federico, Bruno Guerriero, Vincenzo La Penna, Chiara Marasca, Enza Nunziato, Roberto Paolo, Gennaro Scala, Conchita Sannino. CASERTA, 22 GENNAIO 2010 - "Non è giusto che a pagare siano sempre gli ultimi". E' quanto sottolinea il capogruppo della Sinistra, Tonino Scala, che dice no alla delocalizzazione del Distretto sanitario di Castel Volturno (Caserta). Scala sottolinea la realtà "complicata ma viva e variegata" di Castel Volturno. "Una realtà penalizzata dall'abusivismo edilizio sulla fascia costiera, dalla criminalità organizzata che come una cappa sulla città né vorrebbe impedire crescita e sviluppo - dice - Più volte da queste parti si è invocata la presenza dello Stato , ma inefficaci sono state queste risposte". "La delocalizzazione del Distretto Sanitario rappresenterebbe un danno inestimabile - spiega - Considerato l'impegno dell'amministrazione comunale volto a far restare i presidi in grado di fare sistema e di innescare i fattori di successo degli interventi a favore delle aree disagiate, come il distretto sanitario che ha mostrato capacità di proposta e organizzative assai utili anche nella costruzione di progetti socio-sanitari di generale impatto ed interesse". "Di fronte a tutto questo ho preparato un'interrogazione rivolta all'assessore alla Sanità per capire quali sono i motivi che impediscono di riconoscere a questo territorio la conferma della sede del Distretto, oltre tutto già in loco da tre anni quale direzione unica interdistrettuale - conclude - quali i motivi per cui, ad oggi, sia l'Asl Caserta 2 che la Giunta non hanno dato riscontro alle richieste del Sindaco; se non si ritenga opportuno accelerare i tempi di riconferma della sede in oggetto, anche in considerazione della grossa presenza di immigrati presenti nel territorio e dell'eccellente lavoro svolto in questi anni in direzione sia della tutela del diritto alla salute sia dell'integrazione sociale dei migranti".

CRIMINALITA':DETENEVA ARMI, ARRESTATO PARENTE BOSS SCHIAVONE

CASERTA, 21 GENNAIO 2010 - Processo per direttissima e condanna a circa 11 mesi di reclusione per Luigi Schiavone, 63 anni di Casal di Principe (Caserta), imparentato con Francesco Schiavone, uno dei capi storici dei Casalesi, in carcere da anni e ancora ritenuto al vertice dell'organizzazione. Schiavone è accusato di detenzione illegale di armi e munizioni. Nella serata di ieri agenti di polizia di Casapesenna, nel corso di una perquisizione domiciliare, hanno trovato, nascosta in un armadio della camera da letto, una pistola calibro 7,65 con relativo munizionamento. Luigi Schiavone è stato arrestato e processato oggi per direttissima nella sezione distaccata del Tribunale di Aversa. Il figlio di Luigi Schiavone, Nicola, nel novembre del 2003, in un litigio per futili motivi tentò di uccidere un giovane di Castel Volturno. ALLACCIO ABUSIVO ALL'ENEL, ARRESTATO EX ELETTRICISTA

CASERTA, 21 GENNAIO 2010 - Un ex elettricista, Emanuele Ricciardi di 58 anni, di Dragoni (Caserta), è stato arrestato dai carabinieri di Piedimonte Matese (Caserta) con l'accusa di furto aggravato ai danni dell'Enel. I militari, con la collaborazione di funzionari dell'Enel, hanno scoperto che l'uomo aveva realizzato un sofisticato sistema di allaccio dell'impianto della propria abitazione alla rete elettrica. Il fenomeno del furto di energia elettrica ai danni dell'Enel, spiegano i carabinieri, è molto ddiffuso in provincia di Caserta, soprattutto nell'agro aversano. Lo scorso anno i militari hanno arrestato decine di persone, tra cui numerose donne, qualche elemento di spicco della criminalità organizzata locale, ma anche artigiani e commercianti che alimentavano le proprie apparecchiature con corrente elettrica prelevata abusivamente.

OPERAZIONE PANDORA, ARRESTI CLAN: IN MANETTE DIRETTORE OPG AVERSA, FERRARO

CASERTA, 22 GENNAIO 2010 - Ottantasei ordinanze cautelari emesse (solo cinque i latitanti), ma soprattutto un ingente sequestro di beni il cui valore è stato quantificato il 60 milioni di euro: 65 aziende, 210 immobili, 160 autovetture, 18 partecipazioni societarie, 590 conti correnti e libretti bancari. E' il bilancio dell'operazione Pandora, svolta dallo Scico della Guardia di Finanza di Napoli e dai carabinieri del Ros, che ha avuto come obiettivo le attività dei clan Gallo, Limelli e Vangone, operanti nell'area vesuviana, in particolare nei territori di Boscotrecase, Boscoreale e Torre Annunziata. L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai pm della Dda Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa, si è concentrata sull'intero sistema criminale gestito dalle organizzazioni che riciclavano in attività lecite (ristorazione, edilizia, ecc) i proventi del traffico di droga e delle estorsioni. Un clan che importava droga (cocaina e hascisc in particolare) dalla Spagna - dove sono in carcere due esponenti - ed era in contatto con i cartelli colombiani. "Sostituire un camorrista che finisce in carcere non richiede molto tempo, sostituire un patrimonio sequestrato è molto più difficile...", ha commentato, nel corso della conferenza stampa, il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso che ha sottolineato l'importanza dell'aggressione ai patrimoni dei clan. Alla conferenza stampa ha partecipato anche il presidente dell'Unione industriali di Napoli Gianni Lettieri: la gestione giudiziaria delle imprese sotto sequestro, in base a un protocollo di intesa firmato con la Dda e la Dna, si avvarrà di consulenti segnalati dagli industriali anche per cercare di salvaguardare, per quanto possibile, i livelli occupazionali. I boss avevano messo in piedi un sistema che si avvaleva di complicità a diversi livelli. Due impiegati del Tribunale di Torre Annunziata (Gaetano Carotenuto e Silvestro Casciello), che avevano sottratto alcuni documenti dal fascicolo processuale del boss Giuseppe Gallo, sono stati arrestati. In manette, con l'accusa di favoreggiamento aggravato dall'aver agevolato la latitanza di Gallo, è finito anche il direttore sanitario dell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa Adolfo Ferraro. Dalle indagini sarebbe emerso il suo interessamento per il boss, anche in seguito ad alcune intercettazioni telefoniche di conversazioni con la moglie di Gallo alla quale il professionista avrebbe rivelato un imminente rischio di arresto per il camorrista. Gallo a sua volta avrebbe beneficiato di certificazioni che attestavano seri problemi psichici, una circostanza che ne avrebbe scongiurato la detenzione in carcere e che gli consentiva di percepire persino una pensione di invalidità di 699 euro al mese. Un colpo importante messo a segno degli inquirenti è stato rappresentato, nei mesi scorsi, dalla scoperta nell'auto della moglie di Gallo di alcuni foglietti che costituiscono una sorta di libro mastro del clan. Negli appunti è trascritto il rendiconto dell'organizzazione, con l'indicazione dei quantitativi di droga spacciati e le somme da erogare a titolo di "stipendio" ai diversi esponenti del clan. Un ruolo, quello della contabilità, in cui risultano coinvolte soprattutto le donne delle cosche camorristiche. Nell'ambito dell'operazione è stato arrestato anche un funzionario di banca che riciclava il denaro dell'organizzazione: al funzionario venivano consegnate valigette con banconote da cinque e 10 euro, provento dello spaccio di droga al minuto, che lui cambiava con banconote di 100 e 500 euro. Lo psichiatra Adolfo Ferraro, arrestato nell'ambito di indagini coordinate dalla Dda, è direttore del servizio sanitario dell'Opg di Aversa e non direttore dell'istituto, come comunicato in precedenza, carica che aveva ricoperto in passato. E' accusato di favoreggiamento aggravato per aver agevolato un esponente della camorra. Il suo coinvolgimento nell'inchiesta, secondo quanto si è successivamente appreso, sarebbe conseguente in particolare alla intercettazione di telefonate con la moglie del boss Giuseppe Gallo. Nella telefonata avrebbe informato che il boss rischiava di finire in carcere per un provvedimento restrittivo. Il professionista non avrebbe redatto certificazioni sullo stato di salute mentale di Gallo, ma si sarebbe tuttavia attivato presso colleghi per certificazioni favorevoli anche ad altri esponenti del clan. Gallo ha ottenuto numerosi benefici processuali grazie a certificati che attestavano problemi psichici. Il boss percepiva anche una pensione di invalidità di 699 euro mensili.

IMMIGRAZIONE: SIT-IN A CASTEL VOLTURNO,STOP LAVORO NERO/ANSA APPELLO A ISTITUZIONI,'BASTA SFRUTTAMENTO, ORA REGOLARIZZAZIONE'

CASERTA, 19 GENNAIO 2010 - Una manifestazione per dire basta allo sfruttamento, al lavoro nero. Un presidio, quello messo in atto da centinaia di immigrati a Caserta, davanti alla Prefettura, per avere risposte: soprattutto dalle istituzioni. Alcune centinaia di immigrati, per la maggior parte africani che vivono nel casertano, a Castel Volturno, Casal di Principe, Aversa, Teano, ma anche nei confinanti comuni napoletani di Afragola e S. Antimo hanno sostato per ore dinanzi al palazzo del governo, insieme con rappresentanti dei promotori dell' iniziativa per ottenere un incontro con il prefetto, Ezio Monaco ed il questore, Guido Longo. Un incontro, poi, ottenuto. Gli organizzatori, con un altoparlante sistemato su un camioncino hanno urlato i motivi della protesta: "Sollecitare le istituzioni ad adottare un provvedimento di regolarizzazione che possa, tra l'altro, far emergere dal lavoro nero e dalle condizioni di sfruttamento i migranti impegnati nell'agricoltura". "Il presidio di oggi a Caserta - ha spiegato Mimma D'Amico, del centro sociale ex Canapificio - è stato organizzato vista l'indifferenza dell'ufficio Immigrazione per rivendicare il diritto degli immigrati e rifugiati a ricevere la prenotazione del rinnovo e del rilascio del permesso di soggiorno". Una manifestazione, quella di oggi, che ha incassato segnali positivi: innanzitutto la disponibilità mostrata del prefetto, Ezio Monaco e dal questore Guido Longo, ad accelerare le pratiche dei rinnovi dei permessi di soggiorno che riguardano gli immigrati e i tanti richiedenti asilo e rifugiati. Ma anche sollecitazioni al ministro dell'Interno, Roberto Maroni - che domani pomeriggio presiederà un nuovo vertice delle Forze dell'ordine e della magistratura nella Prefettura di Caserta - per un provvedimento di estensione della regolarizzazione e l'applicazione dell'articolo 18, che dà la possibilità del rilascio di un permesso di soggiorno a chi viene sfruttato e si trova a denunciare il datore di lavoro. Questo in sintesi, secondo quanto riferito da Mimma D'Amico, del centro Sociale 'Ex Canapificio' e da suor Rita Giarretta, della casa di Rut, l'esito dell'incontro con il prefetto ed il questore di Caserta. "I problemi di migranti e rifugiati - secondo suor Rita - devono essere risolti a livello centrale. Bisogna dotare le periferie di strumenti adatti ed adeguati per fare emergere chi é in condizioni di vulnerabilità e portarli all'emersione, affinché diventino portatori di diritti". "Il problema sta nell'ordinamento, senza un ordinamento adeguato il problema non si risolve", ha sottolineato il sindaco di Caserta, Nicodemo Petteruti. Intanto la Regione Campania oggi ha approvato la legge sull'immigrazione: pari opportunità di accesso al sistema di tutela e di garanzia di cui godono i cittadini italiani; misure speciali volte a colmare la situazione di svantaggio; garanzia dei diritti fondamentali per tutti, indipendentemente dalla posizione giuridica, prevenendo e rimuovendo ogni forma di razzismo e xenofobia, gli elementi principali.

COMUNI: CASERTA; ALOIS SI DIMETTE DA VICESINDACO

CASERTA, 19 GENNAIO 2010 - L'assessore alle Attività Produttive, Gianfranco Alois, ha rinunciato alla carica di vicesindaco per assumere l'incarico di presidente pro tempore del Partenariato Istituzionale Locale dell' Accordo di reciprocità (Sistema Territoriale di Sviluppo "Area Urbana Casertana e Antica Capua"). Alois ha spiegato in una lettera inviata al sindaco Nicodemo Petteruti di aver rinunciato alla carica di vicesindaco per dedicarsi "senza ulteriori gravami a detto progetto, e agli eventuali altri per i quali intenderai fruire del mio apporto, in prospettiva di assicurare alla nostra Amministrazione concreti risultati nella fase finale della consiliatura". Il Partenariato Istituzionale Locale (PIL) raggruppa 23 Comuni dell' area casertana, di cui Caserta è Ente capofila, ed é finalizzato alla elaborazione e realizzazione di un programma di sviluppo territoriale nell' ambito degli Accordi di Reciprocità (AdR) a valere sulle risorse del Programma d' Attuazione Regionale del Fondo Aree Sottoutilizzate della Campania

CAMORRA: ARRESTATO 'CAPOZONA' CASALESI A CASTEL VOLTURNO

C CASERTA, 19 GENNAIO 2010 - Agenti del Commissariato di Castel Volturno (Caserta) hanno arrestato, in esecuzione un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, con l'accusa di estorsioni aggravate, Armando Buccino, detto 'Armando o zinghere'. E' ritenuto il nuovo capozona dei Casalesi a Castel Volturno, dopo gli arresti dei componenti del gruppo stragista capeggiato da Giuseppe Setola. L'uomo, che ha già scontato otto anni di reclusione per altri reati, è stato bloccato dai poliziotti, che gli davano la caccia da oltre un mese e mezzo, nel centro storico della città. Buccino, secondo quanto accertato delle indagini della polizia, è accusato, in particolare, insieme con Walter Pozone e Emanuele Guardillo, arrestati in una precedente operazione di Polizia, di estorsione. Nello scorso mese di dicembre, presentandosi come il capozona dei Casalesi ha costretto commercianti e imprenditori del Villaggio Coppola a versare mille euro, un "regalo" per i detenuti.

MARONI, CALO REATI IN CAMPANIA, EFFICACE AZIONE FORZE ORDINE AUMENTANO DENUNCE PER LE VIOLENZE SESSUALI

CASERTA, 20 GENNAIO 2010 - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a Caserta dove ha presieduto la riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia e della magistratura delle province di Napoli e Caserta (la decima riunione promossa dal ministero dell'Interno dopo la strage di Castel Volturno del settembre del 2008), parlando con i giornalisti, si è detto soddisfatto dei risultati ottenuti da magistratura e forze dell'ordine nella lotta al crimine tra il napoletano ed il casertano. Ed ha illustrato alcuni dati relativi alla delittuosità nella Regione fino al 31 ottobre scorso. "Sono cifre - ha sottolineato - che segnano, rispetto al periodo del 2008, una riduzione della delittuosità del 9, 2 per cento da sommare ad una riduzione del 4,4 per cento del 2008 sul 2007, portando così la variazione 2007-2009 a meno 12,9 per cento". "Una riduzione significativa è stata ottenuta - ha ancora detto Maroni - per quanto riguarda le rapine: -32 per cento le rapine in banca, - 27 per cento negli esercizi commerciali e 17 per cento nelle abitazioni". Sono, invece, aumentate le denunce per le violenze sessuali. Un dato che, secondo il ministro può essere interpretato come segnale di maggiore fiducia delle forze dell'ordine e della magistratura. Ma, ha aggiunto, si tratta di un dato che va analizzato bene ed in profondità, perché a differenza di una rapina le violenze vengono fatte in un altro modo e sono un reato molto particolare. I risultati ottenuti, ha concluso, sono comunque positivi "a dimostrazione dell'efficacia dell'azione svolta dalle forze dell'ordine e dalla magistratura".

TRUFFATORI CAMPANI BANCHE AL LA SPEZIA, CINQUE ARRESTI

LA SPEZIA, 20 GENNEAIO 2010- Si presentavano in banca con documenti falsi, chiedendo direttamente del direttore e si facevano presentare da un basista spezzino, che li dichiarava propri dipendenti e garantiva la loro solidità. Una volta conquistata la fiducia, aprivano conti correnti, depositavano assegni circolari contraffatti, smarriti o provento di furti, chiedevano la carta bancomat e un fido. E poi, ritirati un po' di soldi, scappavano. E' il meccanismo della truffa scoperta dai carabinieri della Spezia, che hanno arrestato cinque persone, quattro pregiudicati napoletani ed uno spezzino. Si tratta di Rosario Schettino, 26 anni di Lusciano (Caserta), Alfonso Mastrillo, 24 di Volla (Napoli), Salvatore Improta, 24 di Mugnano (Napoli), Domenico Russo, 25 di Villaricca (Napoli) e di Pietro Moisé, 55 anni di Lerici (La Spezia). Sono tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed all'uso di documenti di identità falsi. La prima banca alla Spezia è stata presa di mira il 28 dicembre. Poi i cinque si sono presentati in altre due filiali bancarie cittadine dove sono riusciti ad aprire conti correnti, ottenendo fido e Bancomat. I militari, indagando sul primo caso, hanno scoperto che sui documenti presentati era applicata la foto vera dei quattro napoletani, ma le generalità appartenevano, appunto, a persone inesistenti. I carabinieri hanno subito sospettato che il primo caso non fosse isolato, ed hanno atteso che la banda colpisse ancora, per far scattare le manette. E così è stato. Hanno sottoposto a vigilanza i possibili obiettivi ed hanno agito quando tutti gli elementi della banda hanno tentato di prelevare contanti dal Bancomat da una delle filiali vigilate, bloccandoli prima che potessero tentare la fuga. Si sta ora cercando di appurare quante siano state le truffe ai danni di istituti bancari nazionali.

 
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