CASERTA, 17 GENNAIO 2010 - La criminalità organizzata di stampo mafioso "non è un fenomeno locale o territoriale" del Sud, ma ampiamente diffusi in altre aree dell'Italia e non solo. Ad ammetterlo è il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che considera la sconfitta delle mafie come "la sfida" che ha di fronte tutta l'Italia onesta. Maroni, intervistato da Fabio Fazio a 'Che tempo che fa', ha detto che "Roberto Saviano, che io conosco e che ha grandi meriti nell'aver divulgato queste realtà parla di un'area circoscritta, quella di Caserta e dei Casalesi, dove c'è una concentrazione effettivamente forte, addirittura un soffocamento della civiltà, ma purtroppo la criminalità organizzata è ampiamente diffusa in altre realtà italiane e non solo. Crea legami perversi con il mondo delle imprese, della finanza e talvolta della politica, là dove ci sono i soldi" così come a Milano per l'Expo 2015 e in Abruzzo per la ricostruzione. Secondo il titolare del Viminale "non solo potremmo, ma dobbiamo fare a meno" dell'economia sommersa frutto dei traffici della criminalità organizzata. "Questa è la sfida che abbiamo di fronte, noi che ci occupiamo di queste cose, ma anche tutte le persone oneste. Estirpare questo cancro è la sfida che ha di fronte l'Italia onesta perché si può vivere e si può farlo molto meglio di ora, senza la criminalità organizzata". Oltre al contrasto di tipo militare e poliziesco serve però, secondo Maroni, anche una "ribellione, una rivolta" contro la mafia. "Senza una presa di coscienza del fatto che si può vivere meglio senza la criminalità organizzata, che implica atti di ribellione non eroici ma per esempio la denuncia di un tentativo di estorsione, saremo sempre costretti a vivere sotto questa cappa e a confidare nelle forze dell'ordine e della magistratura".