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CASERTA: NEL CENTRO SOCIALE IMMIGRATI E LOCALI DISCUTONO DEL CASO ROSARNO


CASERTA, 9 GENNAIO 2010 - Circa 500 tra migranti e rifugiati hanno partecipato oggi, nel centro sociale ex canapificio di Caserta, a un'assemblea per discutere di ciò che è accaduto a Rosarno. Tra di loro c'erano anche immigrati africani testimoni di quanto accaduto nella cittadina calabrese dove si trovavano per la raccolta degli agrumi. Si tratta di giovani che vivono a Castel Volturno, Casal di Principe, Teano, Aversa, Afragola, Pianura e Sant'Antimo, tra le province di Napoli e Caserta; lavoratori stagionali che si spostano a seconda dei frutti da raccogliere. Due testimonianze, in particolare, sono state raccolte in un comunicato firmato da Movimento dei migranti e dei rifugiati, Centro Sociale ex canapificio, associazione dei senegalesi, Padri Sacramentino, il vescovo emerito monsignor Raffaele Nogaro e la Rete antirazzista Napoli. La prima testimonianza è quella di Sakò, 26 anni richiedente asilo del Burkina Faso: "Ha la paura negli occhi. E' appena arrivato a Caserta per l'assemblea ma stenta a parlare: Ci sparano come fossimo polli - dice -. Non so come ho fatto a scappare. Sono stato due giorni nascosto su un albero". C'é poi Youssuf, ivoriano 25 anni che "dopo essere stato medicato in ospedale la sera del 7 gennaio è riuscito ad arrivare alla stazione ed è arrivato oggi nel Casertano. E' felice di essere ancora sano e salvo ma non ha ricevuto il salario di tre mesi di lavoro. Come e a chi potrà denunciarlo?" Al termine dell'assemblea, gli organizzatori hanno deciso che martedì 19 gennaio ci sarà una giornata di mobilitazione con presidio sotto la prefettura di Caserta "affinché le istituzioni - si legge nella nota - adottino un provvedimento di regolarizzazione che possa far emergere dal lavoro nero e dalle condizioni di sfruttamento i migranti impegnati nell'agricoltura".

 
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