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L'ATTORE DI GOMORRA GESTIVA IL PIZZO: RACKET IN SALA RISTORANTE


CASERTA, 16 DICEMBRE 2009 - Si presentarono in tre, armati, a chiedere il pizzo minacciando il titolare di un ristorante del Villaggio Coppola Pinetamare, davanti a 100 persone nel corso di una festa, e seminando il terrore. E' questo uno degli episodi emersi dalle indagini della Dda di Napoli sulle estorsioni, che hanno portato all'arresto da parte dei carabinieri di Mondragone di sei affiliati ai Casalesi. Le ordinanze sono state eseguite a Napoli, Caserta e Modena. Fu proprio uno degli arrestati, spalleggiato da due persone non identificate e armate di pistola, a rivendicare il pizzo, minacciando fra l'altro uno dei presenti - gli intimò di cacciare i documenti - poiché sospettava che fosse un poliziotto. Fra gli arrestati, oggi, assieme all'attore di 'Gomorra' Giovanni Venosa - il trentaduenne capo di una delle due fazioni dei Casalesi, che con i bidognettiani tenevano sotto ricatto il territorio - ci sono anche Esterino Antonucci, 39 anni, Vincenzo Cirillo, 31 anni, Enzo Di Gennaro, di 42, Giuseppe Esposito, 32 anni, e Antonio Caterino, 31 anni. Decisive per le indagini, iniziate nel dicembre 2008, alcune intercettazioni telefoniche e ambientali e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Si è accertato così che numerosi bar e ristoranti del Villaggio Coppola subivano le minacce degli affiliati al gruppo guidato da Venosa e ai bidognettiani, diretti da Giuseppe Setola. Questi ultimi hanno continuato a imporre il racket anche dopo l'arresto di Giovanni Letizia, Alessandro Cirillo e Oreste Spagnuolo. L'ARRESTO DELL'ATTORE DI GOMORRA

E' il nipote di uno degli ergastolani del processo Spartacus, ed era stato già stato arrestato per estorsioni in passato: Giovanni Venosa è l'attore di 'Gomorra', ritenuto affiliato ai Casalesi e arrestato dai carabinieri di Mondragone, nel Casertano, in una operazione antiracket che ha portato a sei arresti. Il camorrista, ritenuto capo di una fazione del clan, era stato già arrestato il 3 gennaio scorso e, per la sua pericolosità sociale, era stato chiuso in una casa di lavoro a San Giuliano Saliceta, in provincia di Modena. Da qui, tuttavia, aveva continuato a gestire gli "affari", e a imporre il pizzo. Sullo schermo, Venosa ha interpretato il boss che condanna a morte i due ragazzini troppo intraprendenti che volevano diventare camorristi senza prendere ordini da lui. Nella realtà il gruppo guidato da Venosa opera nella zona di Castel Volturno, spesso in contrasto con i camorristi legati a Francesco Bidognetti. Dal modenese, attraverso i propri affiliati o anche direttamente - quando gli erano concessi dei permessi - continuava a minacciare gli imprenditori e i commercianti della sua zona, imponendo il pizzo, anche sotto la minaccia delle armi. Gli inquirenti contestano all'attore del film tratto dal libro di Roberto Saviano una decina di estorsioni: episodi che risalgono al periodo compreso tra la scorsa Pasqua e Ferragosto. Venosa è nipote di uno degli elementi di primo piano della camorra casertana: Luigi, detto 'cocchiere', boss che tra la fine degli anni '80 ed i primi anni '90 si contrapponeva a Francesco Schiavone, noto come 'Sandokan' e a Francesco Bidognetti. Si tratta di uno dei 'Casalesi' condannati all'ergastolo nell'ambito del processo Spartacus, e in attesa della sentenza della Cassazione. Secondo gli investigatori, il nipote agiva invece con il proprio gruppo autonomamente rispetto alla più agguerrita fazione dei bidognettiani, riuscendo anche ad evitare il conflitto con l'ala stragista dei Casalesi, guidata da Giuseppe Setola, prima dell'arresto di quest'ultimo. Tra i sei arrestati c'é anche Vincenzo Cirillo, di 31 anni, fratello di Alessandro, uno dei componenti del gruppo di fuoco di Giuseppe Setola, arrestato insieme con Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia, dopo la strage di Castel Volturno nella quale furono uccisi sei immigrati africani. Prima di Venosa, già altri due attori di Gomorra sono finiti in manette: Salvatore Fabbricino, boss di 'Scampia' nel film, accusato da un pentito di spaccio di droga proprio nel quartiere delle Vele; e Bernardino Terracciano, boss della camorra, nel film come nella realtà.

 
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