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SERVE UN GOMORRA ALBANESE: RAID SU ITALIANI ALL'ESTERNO DEL CARCERE


SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta), 14 novembre 2009 - Proseguono le indagini sulla vile aggressione da parte di alcuni albanesi, contro alcuni casertani, per un semplice complimento verso una giovane. Sarebbe stato infatti un complimento di troppo o non gradito - secondo i primi riscontri investigativi - la causa della brutale aggressione messa a segno ieri pomeriggio all’esterno del carcere di San Tammaro. Una motivazione che, se accertata, comunque non giustificherebbe la ferocia con cui tre cittadini di origine albanese si sono scagliati contro alcuni giovani. È accaduto tutto intorno alle 16 di ieri. Raffaele Di Caterino, 23 anni di Casal di Principe, era all’esterno della struttura penitenziaria in attesa della liberazione dello zio Vincenzo Martino, l’imprenditore delle pompe funebri coinvolto nell’inchiesta «Requiem» e scarcerato dal Riesame proprio ieri. Con il giovane erano anche i figli dell’imprenditore e altri parenti. Indagano gli agenti di polizia del commissariato di zona. Di Caterino, avrebbe rivolto apprezzamenti, attenzioni che evidentemente non sono state gradite. Poco dopo un furgone, con a bordo tre cittadini albanesi, si sarebbe fermato all’esterno della casa circondariale. Forse avvisati dalla giovane e, quindi, messi al corrente della situazione perché avrebbero raggiunto il gruppetto dei familiari armati di spranghe di ferro e martelli. Il 23enne, invece, è stato trasportato prima all’ospedale «Melorio» e poi al «Sant’Anna e San Sebastiano» di Caserta dove si sono immediatamente precipitati i familiari di Martino, assistito dall’avvocato Alfonso Quarto. Sulla brutale aggressione indagano gli agenti del commissariato di zona. Utili saranno le riprese delle telecamere poste all’esterno del carcere. Sempre ieri il Riesame ha disposto la scarcerazione anche di Immacolata Dorelli, coinvolta nell’inchiesta «Requiem» e difesa dall’avvocato Raffaele Gaetano Crisileo.

 
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