CASERTA, 10 NOVEMBRE 2009 - "Non conosco l' on. Cosentino. Ma so che lo accusano alcuni pentiti, cioé dei camorristi, attualmente, purtroppo, in libertà. Spesso i collaboratori di giustizia, in altre vicende processuali più importanti e delicate di questa, come i calvari di Giulio Andreotti e Giacomo Mancini, hanno detto delle cose e hanno rivolto delle accuse, che poi si sono rivelate, clamorosamente, false". Lo afferma, in una nota, l'ex sindaco di Cosenza, Pietro Mancini. "Ricordate - aggiunge - la panzana del presunto bacio di Andreotti a Totò Riina ? E poi c' è un aspetto, politico, che mi sconcerta. Mi riferisco all' entrata, a gamba tesa, delle toghe nel campo che riguarda la politica e la libertà di scelta degli elettori. Questo duro " fallaccio " delle toghe napoletane contro un parlamentare, eletto dal popolo e pronto a candidarsi alla presidenza della sua Regione, si registra proprio nel momento in cui i campani avevano dimostrato, con chiarezza , di non avere più alcuna fiducia in Bassolino, reclamando un profondo cambiamento alla guida della giunta. Solo una coincidenza ? A pensar male, avverte proprio Andreotti, si fa peccato, ma spesso ci si azzecca...". "Per tali ragioni - conclude Mancini - spero che in primis il PDL, a Roma e a Napoli, non lasci solo Cosentino, anche se, francamente, mi sconcerta il gelo giustizialista di Fini e degli esponenti a lui vicini".
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