Una bilancia del tutto sbilanciata per accusare, "in cognome della legge", la Giunta regionale di aver violato tutte le norme in materia di ineleggibilità e incompatibilità, su nomine ed incarichi. La denuncia è del gruppo regionale di Forza Italia che, stamane, ha tenuto una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il capogruppo Francesco Bianco, il presidente della Commissione speciale per il controllo sugli atti regionale, Fulvio Martusciello, e i consiglieri Antonio Cuomo e Giuseppe Sagliocco. "In assoluto dispregio delle leggi statali e regionali, il presidente della Giunta regionale Bassolino ha firmato decreti di nomina per persone che palesemente sono in situazione di ineleggibilità e incompatibilità" ha esordito Martusciello, rendendo noto un elenco di nominativi accompagnati dall'incarico ricevuto, dal motivo di incompatibilità, dalla legge violata e, dunque, dal motivo della violazione. "Da tempo abbiamo denunciato queste violazioni al presidente Bassolino e al suo Gabinetto - ha aggiunto Martusciello - ma non abbiamo mai ricevuto risposta, per questo motivo abbiamo deciso di denunciare all'opinione pubblica queste violazioni di legge, che sono ancora più gravi in quanto perpetrate dal vertice dell'istituzione regionale". Secondo l'esponente di Fi, infatti, "non si sfugge da una delle due ipotesi riguardanti il metodo prescritto dalla legge per le nomine: o i destinatari degli incarichi sottoscrivono false dichiarazioni a proposito delle situazioni di incompatibilità, o, se firmano il vero, tali incompatibilità vengono ignorate e il decreto di nomina viene firmato nonostante la loro sussistenza". Questo l'elenco delle persone le cui nomine, secondo Forza Italia, sono state effettuate in violazione della legge regionale n.17/96, articolo 4 e della legge regionale n. 15 del 5/8/2003, articolo 3: Carmine Basile, consulente e sindaco; Donato Cozzolino, consulente e consigliere comunale; Nello Di Nardo, dirigente regionale della Scuola di Protezione civile e responsabile politico di un partito; Mario Gatto, consigliere di amministrazione di società mista regionale e componente direttivo provinciale di Caserta di un partito; Pietro Gianlonardo, componente del cda di una società mista regionale e consigliere provinciale e sindaco; Francesco Grimaldi, revisore di società mista e sindaco; Roberto Napoli, direttore dipartimento provinciale Arpac di Salerno e responsabile nazionale dipartimento ambiente di un partito; Mario Pagliari, amministratore dell'Azienda autonoma di cura, soggiorno e turismo di Amalfi e coniuge di consigliere regionale; Fausto Pepe, componente della Commissione alta vigilanza e consigliere comunale; Giuseppe Perugini, direttore dipartimento provinciale Arpac di Benevento; Francesco Polizio, direttore dipartimento provinciale Arpac di Caserta e consigliere comunale; Mohamoud Srour, consulente e sindaco e segretario regionale. "E' evidente - ha concluso Martusciello - che queste nomine sono state effettuate in base a principi esclusivamente politici e personalistici e, dunque, in cognome della legge. A questo punto, ci aspettiamo che vengano rimossi i motivi di incompatibilità o gli interessati rimettano gli incarichi". "Oltre ad una questione specificamente giuridica, si pone anche una questione di tipo morale - ha aggiunto Bianco - che dovrebbe indurre Bassolino a prendere gli opportuni provvedimenti, così come - ha spiegato il capogruppo di Fi alla Regione - è doveroso che avvenga sul tema dei regolamenti emanati dalla Giunta regionale e dichiarati illegittimi dalla sentenza della Corte Costituzionale". La questione, che oggi è tra i primi punti del dibattito che si svolgerà in Consiglio regionale, "é stata da tempo sollecitata da Forza Italia, che ha chiesto al presidente della Giunta regionale, di fare chiarezza, come avvenuto in altre Regioni, o revocando i regolamenti o sottoponendoli alla ratifica del Consiglio regionale, al quale spetta il conferimento del potere regolamentare per via statutaria". "Ci aspettiamo - ha concluso Bianco - che nella seduta consiliare odierna si possa finalmente riportare la questione regolamentare nella sede indicata dalla Corte Costituzionale".